di Rossella Puccio
PALERMO – Se nel tardo pomeriggio le code alle pompe di benzina sono diminuite, a causa della mancanza totale di carburante che ha costretto diversi alla chiusura temporanea, adesso è corsa alle scorte alimentari: scaffali vuoti e assenza di alcuni beni nei supermercati, tra cui quelli di prima necessità come acqua, pasta e latte. Continuano i disagi e il gruppo di protesta ‘Forza d’urto’ – che raccoglie lavoratori dell’Aias (Associazione imprese autotrasportatori siciliani), agricoltori riuniti sotto la sigla di «Movimento dei forconi» e pescatori – assicura che non si fermeranno finché non verrà risolta la questione del caro-gasolio in Sicilia, e non si arriverà a delle garanzie che permettano una tutela dell’artigianato e un superamento di alcune criticità legate ai divieti imposti dall’Europa in campo agricolo, della pesca e dell’artigianato.
«La protesta penalizza tutta la Sicilia» e c’è pericolo di speculazioni. Cia e Codacons sottolineano come i danni di questo «sciopero e il conseguente blocco impediscono la circolazione non solo delle merci, ma anche delle persone e stanno creando notevoli difficoltà allo spostamento dei cittadini, ottenendo l’effetto di penalizzare ulteriormente la Sicilia, la sua fragile economia e in particolare la commercializzazione dei prodotti agricoli siciliani». L’associazione dei consumatori parla di possibili aumenti dal 10 al 50% e danni ingenti per l’economica isolana. Antonello Di Liberto, vicepresidente vicario di Confcommercio Palermo e presidente degli alimentaristi, lancia un allarme: «Se non si sblocca la situazione della protesta degli autotrasportatori, si rischia che nel giro di un paio di giorni i negozi di alimentari debbano abbassare le saracinesche perché si saranno esaurite le scorte».
Da Forza Nuova a Mpa: chi sta dietro i ‘Forconi’? Molte sono anche le domande circa eventuali e ‘oscuri’ retroscena: si parla di burattinai attenti a muovere i fili di questa mobilitazione. C’è chi attribuisce l’orchestrazione alle forze separatiste, che hanno fatto sentire la propria voce in questi ultimi anni, costruendo su vecchie memorie una Sicilia campanilista del futuro. Ma c’è anche chi traccia legami con il movimento di Forza Nuova, o l’Mpa di Lombardo, sino a La Destra di Storace. Considerazioni che fanno però infuriare alcuni dei protagonisti di questa protesta: come Salvatore Bella, rappresentante dell’Aias, o un altro dei leader dei ‘Forconi’, Martino Morsello, per anni assessore a Marsala. C’è chi li chiama le «Cinque giornate della Sicilia», i «nuovi Vespri siciliani», «indignados dei forconi», certo è che l’obiettivo è stato raggiunto, i cittadini hanno alzato la testa, costretti ad ammettere che il blocco c’è e che fa sentire tutto il suo peso.
Il web si infuria contro i media nazionali. Siciliani in rivolta anche sul web soprattutto contro i media nazionali, che a detta di molti non darebbero notizia sulla reale portata del fenomeno. Ma il web, i social network, in questi giorni sono soprattutto i canali in cui la protesta continua e trova nuovi sostenitori, giovani e studenti, scesi e pronti a scendere in strada insieme ai lavoratori per sostenerli, e in qualche modo documentare ciò che sta avvenendo, creando una vera e propria cordata di informazione alternativa.
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