Arte e Cultura

Riconsegnata la Fontana del Genio, restaurata da Coop Alleanza 3.0

Fontana del Genio. Nel 1687 il pretore della città di Palermo, don Giuseppe Strozzi principe di Sant’Anna, decise di collocare nella piazza della Fieravecchia, in sostituzione della fontana di Cerere, la fontana con la statua marmorea raffigurante il Genio di Palermo. Quest’ultima si trovava al molo nuovo, di fronte o accanto l’antico convento dei Mercedari Scalzi, vicino l’arsenale. Non è da escludere che il Genio risalga al periodo in cui venne realizzato un arco trionfale (Palermo 1592) per l’ingresso del vicerè conte di Oliveres, infatti tra le varie figurazioni vi era proprio quella del Genio di Palermo.

Fontana del Genio: il manufatto

La fontana è in marmo grigio di Billiemi mentre la statua (risalente con molta probabilità alla fine del ‘500) è in marmo bianco di Carrara. L’altezza complessiva della fontana è di mt. 3,80. La pianta della fontana si articola su due figure geometriche regolari: il quadrato ed il cerchio inscritto in esso. Quattro conche ellittiche circondano lo scoglio sopra del quale si erge la statua del Genio. Quest’ultima, seduta sulla roccia, è rivolta verso la via Garibaldi e presenta i medesimi caratteri iconografici delle altre statue localizzate nei vari luoghi della città. La statua mostra una corona sul capo e stringe con vigore un serpente fra le mani portandolo al petto per nutrirlo.

Il corpo ha una muscolatura evidente che contrasta con l’età adulta della figura maschile rappresentata. Lo sguardo è rivolto leggermente verso il cielo, la bocca è semiaperta con un’espressione facciale quasi di stupore, probabilmente per aver accolto, benevolmente, il serpente che, con il suo movimento dinamizza la composizione scultorea conferendole, inoltre, un’impronta aulica ed enigmatica. La figura scultorea, coperta da un mantello che ricade sulle spalle e sugli arti inferiori, lasciandola per la maggior parte ignuda, appartiene al “genere” iconografico mitologico-simbolico.

Analisi pre-restauro

L’analisi diretta della Fontana del Genio ha evidenziato la presenza di incrostazioni di grosso spessore e di varia morfologia in tutte le aree a contatto con l’acqua della fontana; tali depositi coerenti hanno raggiunto spessori talmente ragguardevoli da nascondere completamente la superficie lapidea.

Vaste zone della vasca sono apparse ricoperte da una patina nera o grigio scura colpevole di alterare il cromatismo originale del monumento. Alcune aree sono apparse interessate da aggressione di agenti biodeteriogeni e da patine biologiche costituite principalmente da muschi e alghe epilitiche, mentre in prossimità del masso in pietra porosa si sono formate piante superiori di varia natura.

Alcuni elementi appaiono interessati da erosione e disgregazione, fenomeni che hanno aggredito principalmente le zone più sensibili del materiale lapideo e cioè lungo i piani di sedimentazione. Si sono rilevate lacune di malte di stilatura, fessurazioni e scagliature con pericolo di caduta di frammenti anche di notevole dimensione. Gli elementi metallici presenti nel corpo della fontana mostrano un evidente stato di ossidazione e stanno danneggiando l’apparato lapideo nel quale sono inseriti.
Data la delicatezza dell’oggetto da restaurare si è resa necessaria un’indagine preliminare del monumento e delle sue vicissitudini per consentire una efficace diagnosi delle cause dei suoi problemi e quindi un corretto intervento.

La redazione del progetto di restauro è stata quindi preceduta dall’analisi del degrado da parte di personale tecnico qualificato nell’ambito del restauro conservativo che ha provveduto in primo luogo alla messa a punto del rilievo geometrico, alla realizzazione della documentazione fotografica preliminare ed in fine alla restituzione alla mappatura delle zone di degrado.

Caratteristiche del restauro

L’intervento di restauro ha riguardato gli elementi lapidei e la cancellata.

Elementi lapidei della Fontana del Genio:
eliminazione delle incrostazioni che per cause naturali o legate a precedenti interventi di manutenzione che si sono depositate sulla pietra pregiudicandone la conservazione e la leggibilità;
prefissaggio cautelativo delle scaglie in via di distacco mediante microiniezioni di resina epossidica fluida caricata con silice micronizzata; stuccature di sostegno dei frammenti maggiori in via di distacco;
preconsolidamento a spruzzo delle aree interessate e fenomeni di polverizzazione e/o di microfessurazioni;
consolidamento delle parti interessate da fenomeni di disgregazione di vario tipo (polverizzazione, microfessurazione, ecc.);
trattamento biocida con particolare riguardo su aree che presentano sviluppo di microflora;
rimozione di piante infestanti;
rimozione controllata delle incrostazioni e dei residui con microincisore;
rimozione delle patine costituite;
pulitura delle superfici interessate da depositi coerenti mediante applicazioni di impacchi di polpa di carta;
rifinitura della pulitura mediante impiego di strumento aeroabrasivo a bassa pressione;
rimozione dello strato incoerente delle vecchie stilature e delle superfetazioni, anche cementizie;
smontaggio di parti in procinto di cadere, disassate o in presenza di perni di ferro ossidati previo preconsolidamento cautelativo;
incollaggio di porzioni distaccate;
rifacimento dello strato superficiale delle stilature;
applicazione di trattamento protettivo finale con prodotti a base di silossani oligomeri.

Cancellata della Fontana del Genio:
pulitura di tutte le superfici;
sigillatura di eventuali lesioni con resina epossidica caricata con idonee terre coloranti;
applicazione di una soluzione per preservare le superfici da futuri processi corrosivi;
trattamento protettivo con finitura analoga all’originale eseguito dopo campionature.
L’intervento di restauro è stato realizzato da Lares Restauri.

Redazione

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