PALERMO – Polemica tra l’assessore regionale all’Economia, Luca Bianchi, e i sindacati sui Fondi Ue. Bianchi, dopo aver fatto anche un mea culpa sulla spesa delle risorse europee, ha attaccato i sindacati: “Basta parole e grandi riflessioni generiche sulla programmazione. Bisogna rendersi conto che l’obiettivo adesso è quello di accelerare la spesa, utilizzando tutti gli strumenti disponibili. Il contributo di tutti, dirigenti, parti sociali e dello stesso governo, deve essere molto pratico. Non è più il tempo di chiacchiere. Loro (i sindacati, ndr) devono passare dalla protesta conservativa alle proposte operative concrete, noi siamo pronti ad ascoltarli”.
Una polemica che ha visto rispondere le tre maggiori organizzazioni sindacali. “C’è il rischio di un fallimento peggiore di quello registrato dalla vecchia e impercettibile programmazione comunitaria, la 2000-2006”. Afferma Cisl Sicilia che interviene con una nota nella quale il sindacato guidato da Maurizio Bernava traccia alcuni indirizzi per un’azione straordinaria, politico-amministrativa. Prendendo le mosse dalla “doppia constatazione”: che nel 2012 appena 210 persone, in Sicilia, hanno trovato lavoro grazie ai fondi Ue. E che dei sei miliardi disponibili per il 2007-2013, al 31 maggio le spese certificate ammontavano a meno del 20%: a un miliardo e 195 milioni. Da qui la richiesta del sindacato di “un’azione lungimirante e rapida, politica e amministrativa”, per impiegare le somme entro il 2015 impedendo il disimpegno dei fondi non spesi: “un danno ulteriore per la Sicilia oltre che una beffa”.
La Cisl concorda con quanto rilevato dal Comitato di sorveglianza e dall’assessore regionale all’Economia Luca Bianchi relativamente al “deficit strutturale della macchina amministrativa regionale nella gestione dei fondi da parte dei dirigenti generali dei dipartimenti”. I nodi da sciogliere, per il sindacato, sono: “l’inadeguatezza delle competenze, la mancanza di coordinamento tra dipartimenti, la frammentazione degli investimenti, lo scarso monitoraggio a verifica della qualità e della spesa effettiva”. In una parola, sottolinea la Cisl, “viene in luce una incapacità di spesa peggiorata persino nell’ultimo anno, anche a causa dell’incertezza amministrativa determinata da decisioni superficiali e approssimative come quelle relative alla rotazione del personale”. Ma il sindacato precisa: “I direttori generali hanno grandi responsabilità ma la croce del fallimento della programmazione non può essere lasciata unicamente sulle loro spalle”. Troppo spesso quella ai dirigenti generali è “una falsa delega in bianco da parte della politica, interessata in realtà a soggiogare la burocrazia per logiche clientelari, a scapito degli obiettivi dichiarati di sviluppo”.
La Cisl richiama la manifestazione regionale del 6 dicembre organizzata dai sindacati confederali al Politeama di Palermo. “Il governo – scrive – deve qualificarsi per un’adeguata strategia di sviluppo, potenziando il confronto sociale, finora mancato”. Deve attrezzarsi in modo straordinario “anche affidando la specifica delega della programmazione a quello, dei suoi assessori, più competente per area istituzionale e naturalmente sensibile al tema”. Ancora, con l’obiettivo di accelerare una spesa di qualità, deve “sviluppare un’azione contestuale a quella del governo nazionale facendo leva pure sui poteri sostitutivi dell’esecutivo centrale”.
Per la Cisl non serve ora, per la fase conclusiva del 2007-2013, avventurarsi in una nuova programmazione per salvare capra e cavoli. Sarebbe un errore. Bisogna piuttosto “concentrare l’azione politico-amministrativa sulla spesa per progetti che incentivino realmente gli investimenti d’impresa, sia nel manifatturiero che nell’agricoltura, nel turismo e nei servizi”. Ma bisogna fare in fretta, incalza il sindacato. Anche per evitare “figuracce sul piano nazionale come quella che pesa sui settori strategici dell’acqua e dei rifiuti, per i quali la percentuale di spesa è prossima allo zero”.
“L’analisi dell’assessore Bianchi conferma quello che da tempo sosteniamo e cioè che non è possibile governare i processi di riforma senza un vero coinvolgimento delle organizzazioni sindacali e delle parti sociali”. Lo sostiene il segretario generale della Uil Sicilia, Claudio Barone, commentando così l’ultimatum di Bruxelles sui Fondi europei e l’analisi dell’assessore Bianchi. E Barone aggiunge: “Questo sindacato non ha mai portato avanti una “protesta conservativa” e mai è stato convinto che “riflessioni generiche e chiacchiere” siano utili. E’ certo, invece, che il Governo regionale non ha sicuramente le carte in regola. Deve, infatti, aprire un vero tavolo di confronto e misurare idee e proposte con tutti gli interlocutori. Per questo – continua il leader della Uil – confermiamo la nostra disponibilità a collaborare e a superare gli errori del passato che oggi stanno mettendo a serio rischio l’utilizzo dei Fondi europei. Tuttavia abbiamo il dovere di sottolineare che il confronto non può essere solo “rituale”. E’ necessario condividere scelte vere e comuni, per il solo interesse della Sicilia e dei siciliani e non per favorire clientelismo e affari”.
“L’idea che l’unico problema che riguarda i fondi europei sia l’accelerazione della spesa è fuorviante e stupisce che l’assessore Bianchi la cavalchi. E’ un dato che nel 2012 sono stati creati solo 210 posti di lavoro, davvero pochi in relazione alle risorse attivate. Se poi ambiente ed energia non sono tra le priorità del governo, ci venga detto con chiarezza”: è la replica del segretario generale della Cgil Sicilia, Michele Pagliaro, all’assessore regionale all’economia che ha contestato la posizione del rappresentante della Cgil nel comitato di sorveglianza sul Po Fesr. “Invece di dare luogo a ‘chiacchere’ queste sì davvero poco utili- aggiunge Pagliaro- il governo chiarisca a questo punto la sua posizione sui suoi obiettivi strategici. Il punto- rileva- non è spendere i fondi Ue ‘comunque’, ma spenderli per creare sviluppo e occupazione”. Pagliaro aggiunge che “la Cgil ha sempre avuto un atteggiamento propositivo al riguardo della programmazione europea e se solo le sue proposte fossero state ascoltate non si sarebbe al punto in cui si è. Invece che alimentare sterili polemiche- conclude Pagliaro- l’assessore al bilancio apra il confronto e dica chiaramente qual è la sua strategia per lo sviluppo della Sicilia”.
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