di redazione
“La Regione siciliana sa di dover
fare fino in fondo la propria parte per accelerare la spesa dei
fondi comunitari superando le criticita’ esistenti e ottimizzando
le risorse a disposizione per creare un reale sviluppo. Questo
traguardo, pero’, non puo’ prescindere da una altrettanto forte e
decisa assunzione di responsabilita’ da parte dello Stato, che
tramite enti direttamente controllati come Rfi, Anas e Autorita’
portuale, gestisce di fatto il 70% delle risorse”.
Lo ha detto l’assessore regionale alle Infrastrutture e alla
Mobilita’, Pier Carmelo Russo, nel corso di un’audizione davanti
la commissione Territorio e Ambiente e la commissione speciale
d’inchiesta e vigilanza sul fenomeno della mafia in Sicilia,
riunite congiuntamente nella sala rossa dell’Ars per ascoltarlo in
merito allo stato di attuazione della programmazione comunitaria
2007-2013 per le misure di competenza del Dipartimento regionale
delle Infrastrutture, della Mobilita’ e dei Trasporti, con
riguardo anche ad eventuali casi di infiltrazioni della
criminalita’ organizzata.
Russo ha illustrato alcuni dati significativi: a fronte di una
dotazione del Po Fesr 2007/2013 di oltre un miliardo e 500 milioni
di euro, solo 133.071.464,40, corrispondenti all’8,79% del totale,
sono nella esclusiva disponibilita’ della Regione siciliana. Ad
oggi le risorse impegnate ammontano al 62% (963.906.095,57),
mentre quelle erogate corrispondono al 21,89% (340.089.463,09).
Per quanto riguarda le somme erogate, la percentuale di quelle
direttamente gestite dalla Regione e’ pari al 27,41%, mentre per
le altre risorse non direttamente gestite dalla Regione la spesa
si attesta al 21,98% della relativa disponibilita’.
“A questo punto – ha detto Russo – ben venga da Roma un
intervento commissariale per rendere piu’ celere la spesa, visto
che per la maggior parte dei casi si tratta proprio di costringere
a spendere enti controllati dallo Stato”.
“Tuttavia – ha aggiunto l’assessore – non sempre la scelta di
puntare su un commissario si rivela la soluzione migliore, come
dimostra il caso del passante ferroviario di Palermo, il cui bando
e’ stato gestito dal 2009 da un rappresentante del governo
centrale. Su quei lavori esiste, pero’, il fondato sospetto di
infiltrazioni da parte della criminalita’ organizzata e cio’
potrebbe mettere a rischio la certificazione di oltre 280 milioni
di euro, che rappresentano circa il 20% delle risorse
complessivamente a disposizione della Regione. In tal caso, il
danno che ne deriverebbe e’ facilmente comprensibile anche se va
sottolineato il grande lavoro svolto dalla Prefettura, insieme a
Regione e societa’ incaricata dell’appalto, per scongiurare una
tale ipotesi: chi finora e’ stato completamente assente e’ proprio
il commissario, che abbiamo invano gia’ invitato per ben due volte
per assumere i necessari correttivi”.
pn
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