Uno spazio verde, e al tempo stesso un museo e un luogo di riscatto. Il Museo Giardino Santa Rosalia nascerà dalla demolizione dell’edificio abbandonato di piazza Guzzetta, tra alberi da frutto, esposizioni temporanee e attività culturali.
Il modo migliore, per fare emergere il valore della cultura nei suoi luoghi naturali, come accadeva nelle dimore di delizia gli antichi “sollazzi” arabo-normanni.
E’ stato presentato questo pomeriggio a Palazzo Branciforte il Museo Giardino Santa Rosalia, nato dall’iniziativa della Fondazione Sicilia dopo che, nei giorni scorsi, il consiglio comunale di Palermo aveva approvato la variante urbanistica in deroga al piano regolatore.
Alla presentazione hanno partecipato il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, l’assessore comunale alla Rigenerazione urbana, Maurizio Carta, la soprintendente ai Beni culturali e ambientali di Palermo, Selima Giuliano, il presidente del Consiglio comunale, Giulio Tantillo, e gli architetti Mario Cucinella, fondatore e design director di MCA – Mario Cucinella Architects, e Marilena Baggio, fondatrice di Greencure Landscape & Healing Gardens.
“L’amministrazione ha fortemente voluto la realizzazione del progetto proposto dalla Fondazione Sicilia – dice il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla – per ampliare la superficie museale attraverso un nuovo spazio da destinare a mostre temporanee. E’ importante per noi sposare il nuovo polo museale, progettato dallo studio Mario Cucinella Architects, perchè propone di arricchire il centro storico di Palermo con un segno contemporaneo di rigenerazione urbana. Siamo riusciti a concretizzare un nuovo proficuo rapporto tra pubblico e privato. Ringraziamo il presidente della Fondazione, Raffaele Bonsignore, e il Consiglio di amministrazione per aver inaugurato una nuova stagione urbanistica di altissimo livello architettonico. Il progetto di MCA, infatti, è un gioiello di architettura contemporanea sensibile alle identità culturali e urbanistiche della città”.
“Oggi – commenta il presidente della Fondazione Sicilia, Raffaele Bonsignore – è un giorno importante per la città di Palermo: grazie alla decisione della Giunta e del Consiglio comunale nascerà nel centro storico un nuovo spazio espositivo. Si tratta della prima delibera comunale che, nel riconoscere la pubblica utilità di un’opera che verrà realizzata dalla Fondazione Sicilia, concede la possibilità a un privato di intervenire nel centro storico di Palermo in deroga al piano regolatore. Un’operazione che, oltre a rigenerare e riqualificare un quartiere, ha un forte valore simbolico: verde, cultura, sostenibilità sostituiscono finalmente cemento e degrado. La Fondazione ha, infatti, recuperato un immobile da anni abbandonato e, dopo l’intervento urbanistico dell’architetto Mario Cucinella, lo restituirà alla città, così donando un nuovo spazio espositivo che prenderà il nome di Museo Giardino di Santa Rosalia. In occasione dei 400 anni dal ritrovamento delle spoglie della nostra patrona, abbiamo voluto dedicarle il nuovo museo-giardino, anche perchè dialogherà con il Monte dei pegni di Santa Rosalia di Palazzo Branciforte”.
L’architetto Mario Cucinella racconta: “Il progetto intende arricchire il centro storico di Palermo con un segno contemporaneo di rigenerazione urbana, rispettoso dell’identità culturale e architettonica della città. Una teca trasparente, aperta alla comunità e in dialogo con il quartiere circostante, sormontata da un giardino pensile ispirato a quelli arabo-normanni: il nuovo Museo Giardino Santa Rosalia non è solo concepito come uno spazio espositivo, pensato per migliorare la fruizione dei beni e delle attività museali, ma anche come luogo di incontro e accoglienza dove sperimentare nuove modalità di relazione tra istituzione culturale e cittadini”.
Ha il nome della patrona di Palermo, il Museo Giardino Santa Rosalia, in un gioco colmo di rimandi: il 2024 è il quattrocentesimo anno dal rinvenimento delle spoglie della Santa, a cui la Fondazione ha dedicato due emozionanti mostre-evento: Le estasi di Rosalia, a Villa Zito e Rosalia 400, a Palazzo Branciforte.
Ma alla Santuzza è legato a doppio filo, tanto da portarne il nome, anche quel Monte dei Pegni custodito da Palazzo Branciforte e denso di storie che si intrecciano con la Storia. Era proprio al Monte Santa Rosalia, in quel labirinto di legno e di scale, che i poveri andavano a impegnare i loro ultimi averi, spesso alla volta dell’America, per sfuggire alla miseria e alla fame. Oggi il Monte dei Pegni è teatro di mostre e allestimenti, di percorsi sonori e visuali: come un conforto a tanto dolore.
Il nuovo Museo Giardino Santa Rosalia si inserisce all’interno di un percorso virtuoso della Fondazione Sicilia che, nel corso degli anni, ha dato vita ad attività culturali di grande valore nella città di Palermo.
Il progetto risponde a una duplice esigenza: ampliare la superficie museale di Palazzo Branciforte attraverso un nuovo edificio da destinare alle mostre temporanee e, al tempo stesso, dare vita a un nuovo polo culturale aperto alla città e al quartiere.
La nuova ala museale – con i suoi spazi suggestivi e accoglienti – sarà, dicono dallo studio MCA – Mario Cucinella Architects, concepita come una “teca aperta alla città sotto un giardino pensile”.
Una tradizione, quella dei giardini, emersa ben prima della progettazione del Museo Giardino Santa Rosalia che restituisce l’immagine di una Palermo rigogliosa di verde. Il pensiero va ai “sollazzi”, le antiche dimore di delizia arabo-normanne, circondate da magnifici parchi, oppure ai “salotti verdi” del Settecento e dell’Ottocento, in città, nella Conca d’oro.
“Queste tracce storiche – prosegue il team di MCA – sono state la guida per la progettazione della copertura pensile del nuovo edificio museale: oggi la zona circostante il Palazzo Branciforte è densamente costruita, ma proprio per questo l’intervento può diventare la matrice generante di un corridoio ecologico che la connetta con le altre aree verdi della città”.
Il giardino pensile ospiterà specie vegetali profumate e colorate nelle diverse stagioni: una piccola oasi urbana densa di piante ombra e alberi da frutto, ispirata proprio ai giardini arabi della Sicilia.
-foto ufficio stampa Fondazione Sicilia-
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