Fondazione Sicilia, al via la mostra “Le estasi di Santa Rosalia”
PALERMO (ITALPRESS) – In occasione della ricorrenza giubilare dei 400 anni dal ritrovamento delle spoglie di Santa Rosalia, la Fondazione Sicilia inaugura venerdì 23 febbraio alle 18 la mostra “Le estasi di Santa Rosalia. Antoon van Dyck, Pietro Novelli, Mattia Preti, Luca Giordano”, a cura di Maria Concetta Di Natale. In mostra per la prima volta anche un rarissimo esemplare della raccolta di incisioni realizzate nel 1629 da Philips de Mallery su disegni di Antoon Van Dyck, S. Rosaliae Virginis Panormitanae Pestis Patronæ iconibus expressa, incisore Cornelius Galle, Antwerp (Anversa), individuato da Maria Concetta Di Natale e Sergio Intorre nel fondo antico della Biblioteca della Fondazione Sicilia durante le ricerche scientifiche propedeutiche al progetto espositivo. Dal 24 febbraio al 19 maggio 2024, nella Pinacoteca di Villa Zito saranno esposti alcuni straordinari capolavori della storia dell’arte moderna europea dedicati alla rappresentazione della Patrona di Palermo, provenienti dal Museo del Prado e dalla Real Academia des Bellas Artes de San Fernando di Madrid, dall’Archivio Diocesano dell’Arcidiocesi di Malta, dal Museo Diocesano di Palermo, dal Palazzo Reale di Palermo – Fondazione Federico II. L’iniziativa vede anche l’adesione del Comune di Palermo.L’iconografia di Santa Rosalia, nelle letture degli artisti siciliani ed europei, è rappresentata in mostra anche attraverso l’esposizione di volumi stampati in Italia e in Europa tra il XVII e il XVIII secolo, corredati da incisioni realizzate su disegni di artisti del periodo, tra cui emergono proprio quelli di van Dyck.“Siamo entusiasti di presentare una mostra che celebra la figura di Santa Rosalia, Patrona di Palermo, attraverso opere d’arte di inestimabile valore storico e artistico provenienti da prestigiosi musei e istituzioni europee e siciliane. Inoltre, l’eccezionale ritrovamento dell’esemplare del volume a stampa del 1629, con incisioni su disegni di Antoon Van Dyck realizzate da Philips de Mallery nel fondo di libri antichi custodito nella Biblioteca di Palazzo Branciforte, rappresenta un importante arricchimento alla nostra comprensione dell’iconografia di Santa Rosalia e testimonia l’impegno della Fondazione Sicilia nella ricerca e nella valorizzazione del patrimonio culturale siciliano. Sono grato a tutti coloro che hanno reso possibile questa straordinaria esposizione, e sono fiducioso che questo progetto contribuirà a diffondere la conoscenza scientifica e l’apprezzamento della ricca tradizione artistica originata in Sicilia 400 anni fa e diffusa poi nelle vicende artistiche moderne”, dichiara Raffaele Bonsignore, presidente della Fondazione Sicilia.“Il quattrocentesimo anniversario di Santa Rosalia richiama la partecipazione di tutte le realtà culturali di Palermo per contribuire, insieme con il Comune e la Diocesi, alla realizzazione di un importante e significativo percorso di celebrazione della Santuzza nell’arco di quest’anno Rosaliano, durante il quale si coniugano fede religiosa e tradizione laica nel segno di una storica e radicata consuetudine.Proprio in questa direzione va la mostra “Le estasi di Santa Rosalia”, per la quale ringrazio la Fondazione Sicilia e il suo presidente Raffaele Bonsignore, la curatrice dell’esposizione Maria Concetta Di Natale e la direttrice artistica Laura Barreca. La mostra in programma nella Pinacoteca di Villa Zito conferma come Santa Rosalia sia un’icona che ha trovato riconoscimento storico e artistico anche in Europa: l’aspirazione della Città è che le celebrazioni del quattrocentesimo accrescano ulteriormente il suo respiro internazionale”, afferma Roberto Lagalla, sindaco della Città di Palermo.“La mostra mette in evidenza come il culto della Santa e la sua iconografia si siano diffusi da Palermo in tutta l’Europa, grazie soprattutto a figure come Antoon Van Dyck, che si trovò a Palermo tra il 1624 e il 1625, nella fase più acuta dell’epidemia di peste, assistendo all’affermazione del culto di Rosalia a Palermo e alla nascita dell’iconografia della Santa, alla quale l’artista fiammingo contribuì fin da subito, attraverso un nucleo di dipinti di analogo soggetto verosimilmente commissionatogli dalla nobiltà palermitana dell’epoca e oggi esposti nei musei e nelle collezioni di tutto il mondo”, spiega Maria Concetta Di Natale, curatrice della mostra.I dipinti, dall’altissimo valore storico, artistico e culturale, mostrano la speciale vitalità iconografica dedicata alla Santa a partire dal 1624. La convergenza di stili e sensibilità in queste opere offre una prospettiva ricca e articolata sulla spiritualità barocca e sulla varietà delle espressioni artistiche che ne sono scaturite, una storia che inizia proprio durante la permanenza del pittore fiammingo Antoon van Dyck a Palermo dal 1624 al 1625. L’opera di van Dyck a Palermo, proseguita ad Anversa, come dimostrano le incisioni del 1629 ispirate a quelle pubblicate da Cascini nel 1627, varia la tradizione iconografica locale, proponendo un modello a cui si riconducono, tra le altre, le successive rappresentazioni di Pietro Novelli, il cui dipinto ritorna a Palermo per l’occasione, Mattia Preti e Luca Giordano, che costituiscono qui un nucleo particolarmente significativo ed esaustivo dell’impatto dell’immaginario di van Dyck sull’iconografia della Santa. La mostra e il relativo catalogo sono curati da Maria Concetta Di Natale, con il coordinamento tecnico-scientifico di Sergio Intorre. La pubblicazione raccoglie, tra gli altri, i contributi di Marìa Antonia Herradòn, Conservatrice Capo della Real Academia des Bellas Artes de San Fernando di Madrid, Don Nicholas Joseph Doublet, Direttore dell’Archivio Diocesano dell’Arcidiocesi di Malta, Alexander Debono, Visiting Senior Lecturer dell’University of Malta. “Le estasi di Santa Rosalia”, con la direzione artistica di Laura Barreca, avvia una serie di iniziative di valorizzazione e promozione del patrimonio culturale che la Fondazione Sicilia sta realizzando nel corso del 2024 nelle due sedi della Pinacoteca di Villa Zito e Palazzo Branciforte.Main sponsor della mostra è la Banca del Fucino, la più antica banca romana privata.
– Foto ufficio stampa Fondazione Sicilia –