L’Agenzia internazionale Fitch conferma il rating a lungo termine della Sicilia a ‘BBB’ con prospettiva stabile. La valutazione dell’economia siciliana risulta in linea con quella nazionale, riflettendo l’aspettativa che i parametri del debito regionale rimangano commisurati ai rating, anche nel caso in cui la spesa operativa riprenda a crescere, dopo il rallentamento derivato dalla pandemia nel 2020-21, ma occorre proseguire nel controllo dell’andamento della spesa.
Fitch sottolinea il miglioramento della solidità finanziaria e della liquidità in quanto la Regione Siciliana “presenta un profilo di rischio basso. La composizione del debito è cambiata dopo che la regione ha rimborsato 1,5 miliardi di euro al Ministero delle Finanze per contrarre un prestito di pari importo con la Cassa Depositi e Prestiti beneficiando della possibilità di tassi d’interesse più bassi. La principale controparte del debito è ora CDP (56%), seguita dal governo centrale (40%) e dalla Banca Europea per gli investimenti”. Giova ricordare che l’operazione di rifinanziamento del 2021 ha consentito di conseguire un risparmio per interessi di 633 milioni € sino al 2044.
Per l’Agenzia di rating “le passività potenziali rappresentano quindi un rischio trascurabile per la Sicilia che, nell’ottobre 2021, ha sostituito l’agenzia regionale Riscossione Sicilia SpA con quella nazionale e il governo centrale si è fatto carico di circa 300 milioni €, compreso il debito residuo di 245 milioni € a fine 2020. Pertanto, l’indebitamento finanziario delle Regione è sceso a circa 100 milioni € nel 2021, allo 0,6% del bilancio regionale, da circa 350 milioni € a fine 2020”, sicché “La solidità del quadro di indebitamento della regione è sostenuta”.
In evidenza nel report il costante miglioramento della liquidità della Regione Siciliana per far fronte ai pagamenti e la previsione che la stessa consolidi il contenimento della spesa già avviato, anche a seguito dell’accordo di finanza pubblica concluso con il governo centrale, coprendo gradualmente il “deficit di bilancio di 2 miliardi di euro (stima Fitch per il 2021) entro il 2029, subordinatamente a una diminuzione strutturale dei costi finanziati con risorse autonome regionali (esclusa la sanità). Inoltre, la riduzione strutturale di 800 milioni di euro del contributo annuale della regione al bilancio statale aiuterà a controllare dinamica dei costi operativi.”
Sul fronte tributario Fitch rileva la riduzione dell’imposizione fiscale: “le entrate operative della regione, pari a quasi 17 miliardi di euro, compensano gli indicatori economici creando lo spazio per aumentare del 3% il gettito fiscale, avendo gradualmente rimosso tutti gli aumenti delle aliquote attuati negli ultimi 10 anni tra il 2018 e il 2019. In questo modo l’aliquota dell’imposta sulle imprese è scesa al livello standard del 3,9% e l’aliquota della sovrattassa PIT al minimo dell’1,23%.”. Nel suo report l’Agenzia osserva anche che “oltre il 90% dei costi siciliani non è legato al ciclo economico o lo è solo moderatamente, e circa il 60% è dedicato alla sanità. Questo dovrebbe aiutare la regione a monitorare la spesa in un contesto inflazionistico permettendo di mantenere la crescita delle spese operative vicina alla crescita delle entrate operative negli ultimi cinque anni.” Si ritiene, infine, che “il 40% del debito della regione provenga per il 40% dal governo nazionale (2,7 miliardi € nel 2021), il che comporta un payback di circa 12 volte in media nel 2024-26, e il suo rimborso può essere subordinato a quello del debito di mercato, in caso di necessità, come è avvenuto nel 2020 durante la pandemia”.
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