di Massimiliano Casto
I numeri sull’azione di contrasto all’evasione della Guardia di Finanza in Sicilia sono davvero impressionanti, sia per la quantità complessiva sia per il rilievo che ha assunto. Nel 2011, la Guardia di Finanza in Sicilia ha scoperto 815 evasori, di cui 728 totali – e nei cui confronti è stata accertata una base imponibile evasa pari a circa 769 milioni di euro e violazioni Iva per circa 160 milioni di euro – e 87 parziali, la cui base imponibile di evasione accertata ammonta a 115 milioni di euro e le violazioni Iva a circa 25 milioni!
Sono state inoltre accertate ritenute non operate e/o non versate per 23 milioni di euro e 290 milioni di euro di Iva evasi con un + 92% rispetto al 2010, dato che per i finanzieri potrebbe indicare una grave crisi di liquidità delle aziende. Sono stati anche contestati a 808 soggetti 954 reati fiscali. Solamente in un caso il contribuente evasore è stato segnalato all’Autorità Giudiziaria e poi sottoposto a custodia cautelare in carcere, sussistendo i presupposti previsti dalla legge e perché i reati contestatogli erano finalizzati alla frode fiscale.
Tra gli interventi di maggiore spicco che la Guardia di Finanza ha ritenuto meritevoli di essere evidenziati ricordiamo: quello a carico di una impresa di Agrigento operante nel settore del riciclo di materiale ferroso che, nel corso di un triennio, ha evaso ricavi per quasi 177 milioni di euro, omettendo il versamento di Ires per circa 53 milioni di euro; il caso di una impresa individuale di commercio all’ingrosso di prodotti della pesca non freschi di Palermo, che non ha dichiarato ricavi per oltre 33 milioni di euro e Iva per 2,4 milioni; e infine quello di una impresa di Alì Terme – nel Messinese – operante nel settore del commercio all’ingrosso di animali vivi e macellati, che ha omesso dal dichiarare ricavi per 12,6 milioni di euro e Iva per 1,6 milioni. Sulla base delle risultanze acquisite, è stato richiesto ed ottenuto il sequestro preventivo di 124 beni per l’equivalente a copertura delle imposte non pagate (+188% rispetto al 2010) per un ammontare di 152 milioni di euro.
Tra i settori maggiormente colpiti la GdF sottolinea: l’edilizia e le ristrutturazioni (32%); il trasporto di merci su strada (10%); i supermercati (9%); il settore ristorazione (6%); le riparazione di auto e moto (5%). Nell’ambito della lotta al lavoro nero sono stati eseguiti 636 interventi, che hanno portato alla luce un totale di 1.606 operai irregolari di cui 5 minorenni.
Per quanto riguarda le verifiche di ricevute e scontrini fiscali, sono stati eseguiti 46.659 controlli che hanno rilevato omissioni e irregolarità nel 31% dei casi (14.416). Avanzate, inoltre, 547 proposte di sospensione dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività ed eseguite 553 chiusure di esercizi commerciali in conseguenza di ripetute mancate emissioni dei documenti fiscali. I trasgressori sono soprattutto commercianti nel settore alimentare (60%) nel settore dell’abbigliamento (20%); nella riparazione veicoli (5%); barbieri e parrucchieri (5%).
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