Non solo proteste di piazza e composti sit-in per fare sentire la loro voce. La FIPE Sicilia, che rappresenta la maggior associazione di ristoratori nell’isola, è presente nei più importanti tavoli istituzionali per difendere le istanze della categoria.
Il presidente Dario Pistorio è stato invitato ieri in III commissione all’ARS dove è intervenuto in audizione anche l’assessore alle Attività produttive Turano in merito alla grave crisi del settore imprenditoriale siciliano legata alla pandemia da Covid – 19.
Pistorio ha illustrato il quadro della pesante situazione che sta vivendo il comparto della ristorazione e chiesto una serie di provvedimenti per sostenere la ripartenza della categoria.
“I pubblici esercizi hanno perso in un anno 2 miliardi e 800 mila euro – spiega il presidente regionale della FIPE -. Più del 30% degli esercizi pubblici, pari a 6/7 mila attività, rischia di non riaprire dopo la crisi se non si interviene subito, lasciando per strada una forza lavoro di circa 14.000 dipendenti”.
Dunque riaprire immediatamente, è stata la richiesta della FIPE, magari con maggiori restrizioni ma con il servizio al tavolo a prescindere dal colore della regione, e questo da domenica, giorno della festa di San Valentino.
“Abbiamo chiesto all’on Turano di anticipare l’apertura a domenica 14 perché la festa di San Valentino è sempre un’opportunità per i ristoratori – continua Pistorio -, ripristinare il servizio al tavolo a prescindere dai colori, con le dovute attenzioni, riducendo i posti per ristoranti e bar. E se passiamo in zona gialla abbiamo chiesto di prolungare l’orario di chiusura dalle 18 alle 22, per poter offrire ai clienti anche la cena”.
Molta confusione anche nel settore del catering, che vede i ristoratori assolutamente impreparati alla riapertura, per questo il presidente Pistorio ha chiesto un protocollo e delle linee guida che consentano di ripartire con i matrimoni e gli eventi quando sarà il momento. “Le nostre non sono attività che si possono improvvisare ma necessitano di pianificazione e organizzazione. Dobbiamo ripartire per salvare una fetta della nostra attività, quella del catering, che dà lavoro a centinaia di addetti e rappresenta uno dei tasselli più importanti per l’economia del territorio”.
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