Discusso e votato all’Ars l’articolo 41 della legge di stabilità, che istituisce il reddito minimo per i siciliani che vivono in condizione di povertà. La norma istituisce il Fondo siciliano per il sostegno all’inclusione attiva (Sia), con una dotazione finanziaria di 15 milioni di euro, rivolto alle famiglie che si trovano in condizioni gravi di disagio economico. Un milione sarà destinato al sostegno delle strutture accreditare presso l’Agea (Fondazione Banco Alimentare – Banco opere di carità) operanti in Sicilia per l’organizzazione di servizi di emergenza alimentare. Ogni nucleo familiare, ad ogni modo, non potrà ricevere un aiuto non superiore a 400 euro mensili. La norma è stata approvata dopo un vivace dibattito in Aula, e molti dubbi sono stati manifestati sulla esigua dotazione del fondo e sui criteri e modalità di accesso.
A mostrare qualche perplessità sulla norma che istituisce il reddito minimo è il deputato regionale Vincenzo Figuccia, di Forza Italia.”L’articolo 41 della finanziaria testimonia l’approccio post comunista di questo governo – precisa il deputato -. Bisogna dare spazio a politiche attive del lavoro e non avviare meri strumenti di assistenza con contributi a pioggia. Bisogna attivare piani individualizzati che comprendano strumenti di inclusione socio-lavorativa, in collaborazione con i servizi sociali territoriali dei Comuni e coinvolgendo le associazioni di categorie delle piccole e medie imprese e dell’artigianato e investendo, magari, in settori strategici come quello del turismo. Quindi non sono d’accordo a dare meri sussidi a chi non è disposto a mettersi in gioco per crearsi un futuro. Credo sia più giusto premiare chi pensa in prospettiva e vuole mettere in pratica le proprie capacità, finalizzando il sostegno economico ricevuto”.
Mentre a sostegno dell’articolo 41 è intervenuto il aula il deputato regionale del Pd, Fabrizio Ferrandelli che ha sostenuto: “La norma a sostegno delle famiglie povere è giusta, ma occhi aperti. Chiedo all’assessore la massima vigilanza per evitare che gli estorsori di voti e di diritti, soprattutto nelle periferie, speculino sulla disperazione e sul bisogno della gente per barattare voti o per fare affari, a cominciare per esempio, dalla richiesta di denaro per la compilazione di moduli e per seguire l’iter della pratica”.
Anche il capogruppo all’Ars dell’Ncd capogruppo Nino D’Asero ha dato un giudizio positivo sulla norma che prevede il sussidio minimo per le persone povere: “Deve essere gestito da un regolamento volto a evitare illegittimità e abusi ma facciamo anche il massimo nelle nostre facoltà perché di questi interventi non si debba più aver bisogno. Aiutiamo realmente l’imprenditorialità, per questo, specialmente le microimprese che creano posti di lavoro e benessere diffuso. Un primo passo in questa direzione sarebbe quello di sospendere per un anno i debiti verso Irfis, Crias e Ircac, di quante fra queste sono in difficoltà momentanea. Con il collega Pippo Gianni, presento quindi un emendamento che contempli questo congelamento del debito. Dal reddito minimo e dall’aiuto alle piccole e medie imprese passa una seria politica rivolta al sociale”.
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