Figuccia. “E’ vero che il Comune di Palermo, e pure Anci Sicilia, presieduto da Leoluca Orlando, abbiano stretto accordi con Airbnb – il famoso portale di offerta di vacanze, per recuperare l’imposta di soggiorno – su cui peserebbe la pesante accusa di violare palesemente la legge nazionale che obbliga gli interlocutori a fare da sostituti d’imposta?”.
Lo chiede Sabrina Figuccia, consigliere comunale di Palermo dell’Udc, che prosegue: “Stamattina, ho presentato un’interrogazione urgente al sindaco per avere chiarimenti in merito alle questioni sollevate da Bruno La Corte, presidente di Sicilia Socials Rooms (associazione di proprietari di B&B), che afferma: “La legge nazionale 96/2017 impone agli intermediari ed ai gestori di siti web che pongono in contatto domanda ed offerta di immobili dati in locazione turistica di fare da sostituti di imposta. Airbnb, nello specifico, acquisita la somma dal turista, dovrebbe riconoscere al proprietario dell’immobile l’importo al netto del 21% di imposta (cedolare secca).
Ogni intermediario – prosegue La Corte – ha applicato questa norma sin dalla sua pubblicazione, tranne appunto Airbnb. Infatti, con la scusa dei ricorsi, il portale non ha mai applicato la legge. Ecco perché suona davvero strano come chi vìoli la legge si premuri di garantire ad alcuni Comuni italiani il recupero dell’imposta di soggiorno. Il Comune di Palermo, ma anche Anci Sicilia, invece, hanno fatto questo accordo con Airbnb fosse se fosse uno dei “salvatori della patria”.
“Voglio ricordare – continua Sabrina Figuccia – al sindaco Orlando, caso mai lo avesse dimenticato, che uno dei compiti principali degli enti pubblici è il recupero delle proprie imposte e la lotta all’abusivismo, senza delegarli per la causa privata di aziende straniere.
Ma soprattutto, il Comune non dovrebbe favorire i portali mondiali che strozzano le piccole strutture ricettive chiedendo commissioni, ma investire i soldi dell’imposta di soggiorno proprio per finanziare anche la visibilità del proprio portale, “Palermo welcome”, che fino a pochi mesi fa non censiva neanche le strutture palermitane in regola.
Se si vuole davvero incentivare il turismo, non basta imporre la Tari ad alberghi e B&b, ma sostenendo l’ossatura vera dell’ospitalità: le strutture dei nostri imprenditori”.
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