Continua il presidio permanente degli operai dell’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese e dell’indotto, riuniti alle 9.30 davanti ai cancelli del sito industriale per decidere ulteriori forme di protesta dopo il blocco dell’autostrada Palermo-Catania attuato ieri. Nessuna soluzione alternativa e’ stata individuata dal ministero dello Sviluppo economico e la fabbrica e’ chiusa da oltre due anni.
“E’ chiaro che oggi ci sara’ l’ennesima protesta – dichiara Roberto Mastrosimone, segretario provinciale della Fiom Cgil – ma la forma sara’ decisa nel corso dell’assemblea. Noi chiediamo ancora che si riapra il tavolo con il ministero e che la Fiat ci ripensi per un rilancio del sito siciliano”.Mastrosimone crede ancora che il governo regionale possa essere decisivo, ma “visti i fallimenti negli ultimi quattro anni – afferma – la nostra volontà e’ di riaprire un tavolo con Fiat e Roma.
Ormai il tempo stringe, il 30 giugno scade la cassa integrazione e già ad aprile potrebbero arrivare le prime lettere di licenziamento. Anche questo grande accordo con la Chrysler, da tutti elogiato, ci lascia perplessi perché prima si dovrebbero poter valutare le ricadute che avrà in Italia.
Il rischio – per il sindacalista – é che si posti sempre più la produzione verso l’America mentre noi auspichiamo un rilancio degli stabilimenti Fiat nel Paese”.
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