E’ stato domato l’incendio scoppiato la notte scorsa a ridosso del Parco dell’Etna, nella frazione Presa di Linguaglossa, centro turistico di montagna in provincia di Catania. Lo ha reso noto il sindaco di Linguaglossa Salvatore Puglisi. Le fiamme hanno divorato un’area boschiva con diverse coltivazioni, per lo più vitigni. E sono stati danneggiati anche alcuni casolari.
Il Comune ha avviato la bonifica del sottobosco e ha disposto la riapertura della strada Mareneve che porta sul vulcano. Nella provincia etnea, bruciano altra macchia mediterranea, vegetazione e sterpaglie.
Gli interventi dei vigili del fuoco sono, al momento, nove: 23 quelli già eseguiti e quattro quelli in coda. Le criticità maggiori riguardano Tremestieri Etneo, zona a Nord del capoluogo etneo, il quartiere Montepalma alla periferia di Misterbianco e le campagne in territorio di Grammichele, nel Calatino. In provincia di Ragusa, dopo gli incendi che hanno colpito una vasta area che va da Calaforno a San Giacomo contrada San Martino, il sindaco di Ragusa Peppe Cassì, insieme con il prefetto Giuseppe Ranieri e i vertici delle forze dell’ordine hanno fatto un sopralluogo. “Sul fronte San Giacomo – ha detto il primo cittadino – non ci sono più focolai attivi. Per tutta la notte gli operatori dei Vigili del fuoco e della Protezione civile, con il supporto della Polizia municipale, hanno effettuato interventi anche su segnalazioni dei proprietari di case e terreni, che hanno ricevuto costante assistenza”.
In fase di completamento le operazioni di spegnimento dei focolai ancora attivi nella zona di Calaforno in territorio di Giarratana e Monterosso, anche con l’ausilio di canadair e elicotteri. Le aree degli incendi non sono collegate tra loro e ciò fa presumere la natura dolosa degli eventi. Sulle Madonie, nel Palermitano, il grido d’allarme è lanciato da amministratori e residenti. E’ duro lo sfogo, in un video su Facebook, del sindaco di Petralia Soprana Pietro Macaluso.
“L’attimo peggiore – ha raccontato – è stato quando ho chiamato in Prefettura e ho chiesto l’intervento dei mezzi aerei e mi hanno detto che bisognava attivare il Dos. Ho dovuto gridare perché vedevo le case prendere fuoco. Probabilmente se gli interventi fossero stati tempestivi magari qualche casa si sarebbe salvata. C’è stato un intervento da parte nostra – ha aggiunto il primo cittadino -, per fare uscire immediatamente le persone da casa, anche tirandole fuori quando non volevano uscire perché qualche casa, purtroppo, è andata in fumo. Non ci sono danni alle persone, ma alle aziende agricole, ai capannoni, ai fienili, agli animali, ai mezzi agricoli. Io credo che questo sia un disastro, il nostro territorio è diventato nero e il nostro cuore è sempre più triste”.
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