Fiaccolata lavoratori Almaviva, una marcia per chiedere soluzioni

Fiaccolata lavoratori Almaviva. 300 lavoratori di Almaviva si sono radunati ieri sera a piazza Vittorio Veneto per una fiaccolata, insieme ai rappresentanti dei sindacati CISL, CGIL e UIL.

Donne, uomini e bambini hanno poi sfilato in corteo, sino a Via Cordova, gridando “Siamo tutti Almaviva”, per difendere, con l’unico mezzo che hanno, la propria voce, il sacrosanto diritto al lavoro, il diritto di una esistenza dignitosa, il diritto di riuscire a mettere insieme nello stesso giorno pranzo e cena.

“Stasera abbiamo organizzato questa fiaccolata per sensibilizzare un po’ le istituzioni sulla vertenza Almaviva – ci ha detto Giovanni Gorgone RSU FISTEL CISL Sicilia -. Noi siamo in ammortizzatore sociale da sette anni. Almaviva è lo specchio di quello che non funziona nel settore. Subiamo la delocalizzazione! Abbiamo fatto tanti viaggi della speranza al Ministero del Lavoro, tutti incontri interlocutori, propedeutici, ma che non hanno ancora risolto il problema.

Chiedono tempo, a spese dei lavoratori di Almaviva, tempo, che con gli ammortizzatori sociali, lo abbiamo fino al 31 di marzo, per un esubero dichiarato di 1600 lavoratori, con gli ammortizzatori sociali chiedono una percentuale altissima il 60% , quindi 12 giorni a casa. E’ una cosa impossibile per i lavoratori che guadagnano mediamente 600 euro al mese. Quindi chiediamo alle istituzioni di intervenire, di fare presto, di trovare una soluzione definitiva.”

Fiaccolata lavoratori Almaviva: 2500 lavoratori rischiano di perdere il posto di lavoro

“Ancora una volta 2500 lavoratori a Palermo di Almaviva rischiano di perdere il posto di lavoro in un paio di mesi. I problemi sono sempre gli stessi. La delocalizzazione selvaggia, il mancato rispetto dei trattati commerciali, un piano di formazione di riqualificazione dei lavoratori di un comparto che da qualche anno è in profonda trasformazione.

Quello che noi paghiamo è l’immobilismo e l’incapacità di questa classe politica. Da sei mesi abbiamo tavoli interministeriali al ministero del lavoro dove si prova ad inseguire l’emergenza, ma quello che noi chiediamo sono interventi strutturali, mettere in sicurezza questo settore, che conta 80000 lavoratori in Italia e in Sicilia, quest’ultima la regione con il più alto numero di addetti in questo settore. Noi chiediamo una seria lotta alla delocalizzazione, un fondo strutturale per il settore dei call center, che possa riqualificare tutti i lavoratori di questo settore.

Ammortizzatori sociali strutturali come quelli del comparto industria, il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali, per l’anno in corso. Per il 2020 infatti si rischia di perdere di 2500 lavoratori di Almaviva Palermo, e 20000 in tutta la regione nel giro di due anni.” Ci ha detto Emiliano Cammarata, RSU CGIL Almaviva Palermo.

“Siamo qui oggi a fare questa fiaccolata perché Almaviva ha l’esigenza di portare fuori dalle proprie mura un problema, vogliamo dare la dimostrazione che esistiamo – ci ha spiegato Pietro Romano RSU Wilcom UIL Palermo – il problema delle mille proroghe che non ha applicato gli emendamenti richiesti dal sindacato, problemi non solamente di Almaviva, ma anche di una città intera, che non si può permettere di avere un problema sociale come quello di Almaviva che rischia di lasciare senza lavoro 2500 lavoratori.”

Al fianco dei lavoratori è sceso in piazza anche il sindaco Leoluca Orlando

Al fianco dei lavoratori è sceso in piazza anche il sindaco Leoluca Orlando “Non è una vertenza che riguarda un’azienda, ma di un comparto di importanza strategica. Palermo in questo settore è la città con il maggior numero di occupati, un contributo straordinario allo sviluppo e alla crescita. Noi siamo qui per salvaguardare tanti posti di lavoro, dare una possibilità di sviluppo.

Attendiamo che ci sia da parte del Governo, come abbiamo più volte chiesto, un intervento forte nei confronti dei committenti. Oggi abbiamo notizia di un incontro che riguarda il coinvolgimento di grandi committenze e aspettiamo una risposta concreta perché qui non dobbiamo difendere solo l’occupazione ma dobbiamo pretendere che questa diventi ulteriormente motivo di sviluppo della nostra città.”