Festival delle Birre Artigianali. Homebrewer, da dove parte tutto: il piacere di conoscere, scoprire, gustare, assaporare, dissentire e perché no, discutere. Attorno ad un bicchiere di IPA o di APA, con i baffi colmi di schiuma. Perché se ogni birra ha il suo sapore, è anche vero che possiede un suo bicchiere. Insomma, appassionati e profani della birra … preparatevi.
Perché non riuscirete ad assaggiare tutte le birre, ma ci potrete sicuramente provare. La sfida è aperta. A Palermo dal 6 al 9 giugno ritorna Beer Bubbles e stavolta fa le cose in grande. I birrifici artigianali sono addirittura trenta da tutta Italia, con chicche provenienti da tutto il mondo.
Stamattina è stato Lorenzo Dabove – in arte Kuaska considerato il più grande esperto italiano di birra belga, noto per il suo impegno nel promuovere la birra artigianale del nostro Paese – a tenere a battesimo il festival, sostenuto dall’ARS e dall’assessorato regionale al Turismo. Erano presenti l’assessore regionale al Turismo Sandro Pappalalardo, che ha ricordato che tappe del cosiddetto turismo “esperenziale”, come queste, stanno ottenendo sempre più successo sui mercati esteri, soprattutto in Cina; il deputato 5Stelle e vice presidente dell’ARS, Giancarlo Cancellieri che ha sottolineato come la birra artigianale “potrebbe essere un volano per l’economia locale, come è già il vino per la Sicilia”.
I tipi di birra da gustare non si contano, ma superano i duecento, spillati direttamente nel bicchiere ecofriendly/gadget che resterà come ricordo (costerà 2 euro, ma è riutilizzabile ad ogni “bevuta”). Sull’asse di via Maqueda che guarda verso la Stazione – dai Quattro Canti a via Torino – saranno allestiti gli spazi dedicati ai birrifici e alcune postazioni food (anche qui, ci sarà l’imbarazzo nella scelta, perché si sa la birra va su tutto, come il sale …, ma quello che conta è l’abbinamento.
Che può essere con la carne, un piatto thai o un’arancina), senza tralasciare le aree destinate ai concerti. I birrifici saranno dunque trenta: undici arrivano dalle tre punte della Sicilia, tre laziali e tre lombardi, due piemontesi e altrettanti umbri, uno ciascuno per Abruzzo, Molise e Toscana. Più gli stranieri. Eccoli: Alveria, Ballarak, Bruno Ribadi, Epica, Ingargiola, Malarazza, Vespri, Yblon, Baroni, Kottabos, Rock Brewery, La Casa di Cura, ‘A Magara, Foglie d’Erba, East Side, Jungle Juice, Pontino, Italiano, Lambrate, Manerba, La Fucina, Cane di Guerra, Croce di Malto, Chianti Brew Fighters, Perugia, San Biagio, Brew Dog, Orokei più uno spazio per i Beer firm (ovvero chi inventa una nuova ricetta di birra ma la fa realizzare tramite un birrificio) e per le birre in lattina (ovvero le cam).
Per i punti food, ecco invece Il Vecchio Carro, Oro dei Nebrodi, Antico Forno Valenti, Carni Requireez e Targia, Ape’nbar, Mignòn, Passami U’ Coppu, Unto, Sikulo, Francesco Lelio, Bracevia, Sciatu Mio, Zighini, Ho Bento, Siam Thai Food e Dainottis.
Si pagherà la birra consumata: 10 euro un litro, 2 euro 20cc e 4 euro 40cc. Terradamare sta organizzando una visita guidata alla scoperta dei siti dell’antico quartiere ebraico per venerdì 7 giugno. Focus su Palazzo Marchesi con l’antico Miqweh e l’Archivio storico comunale. Contributo e prenotazione www.terradamare.org
All’interno di Beer Bubbles sarà anche presentato il progetto Linea Birra dell’Università degli Studi di Palermo. Lorenzo Dabove (Kuaska) sta coordinando “La geografia delle birre”, corso frequentato dagli studenti del corso di studi STAL (corso di laurea in Scienze e Tecnologie Alimentari), da ricercatori e docenti universitari, che proseguirà il suo intento formativo nel corso di sei laboratori durante il Beer Bubbles a Palazzo Sant’Elia: parteciperanno i birrai del festival, che offriranno la loro esperienza e faranno conoscere ai corsisti le punte della produzione nazionale.
L’Università degli Studi chiamerà quattro tra tesisti e ricercatori guidati da Nicola Francesca, con l’obiettivo di creare un supporto scientifico applicato alla fase lavorativa in laboratorio e sul campo presso i birrifici. I ricercatori saranno affiancati dal birraio Eugenio Ricca, tra i creatori di Ballarak. I risultati saranno a disposizione di tutte le imprese birraie, l’obiettivo è di creare, entro tre anni, un archivio dati in cui trovino spazio le caratteristiche tecnico scientifiche e i processi produttivi di tutte le birre prese in esame. Insomma, uno Spotify della birra che non sia da meno a quello del vino. Partecipano Lorenzo Dabove, Nicola Francesca, Bauhaus Ev che organizza il festival, coordina Mauri Ricci.
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