Catania

Festa di Sant’Agata eredità immateriale, ora si punta all’Unesco

Soddisfazione da parte del sindaco Bianco e dell’arcivescovo Gristina. La domanda per l’iscrizione della Festa nel Reis, il registro delle Eredità Immateriali, presentata a maggio dal Comitato che sottolinea come si tratti di un atto propedeutico per lavorare al riconoscimento come Patrimonio dell’Umanità

Una eredità immateriale

La Festa di Sant’Agata ha ottenuto il riconoscimento, da parte della Regione, come Eredità Immateriale, entrando nel registro REIS. Il sindaco Enzo Bianco e l’arcivescovo Salvatore Gristina hanno espresso la loro soddisfazione, sottolineando l’importanza di questo atto per la città e per la Festa.

 
La Commissione esaminatrice ha valutato positivamente la documentazione presentata a maggio dal Comitato per la Festa, giudicandola “preziosa testimonianza di un culto ancora attivo in Sicilia e largamente partecipato, mantenendo ancora inalterati gli elementi connotativi della tradizione, quali emergono dai comportamenti rituali e collettivi, dall’apparato scenografico e dal corredo sonoro di suoni e invocazioni”.

Un ambizioso progetto

“Siamo molto soddisfatti – ha spiegato Francesco Marano, che guida il Comitato per la Festa di cui fanno parte Giuseppe Barletta, Carlo Zimbone, Roberto Giordano, Filippo Donzuso, Domenico Percolla, Teresa Di Blasi e ha come presidente onorario Luigi Maina -. Il riconoscimento nel Registro delle Realtà Immateriali è la conseguenza naturale della grandezza di questa Festa che rappresenta Catania in tutto il mondo. Abbiamo inviato a maggio il fascicolo all’assessorato ai Beni Culturali, che voglio ringraziare insieme alla Sovrintendenza di Catania che ha indirizzato la pratica. La documentazione con la storia della Festa e con contributi video-bibliografici è stata approntata, grazie ai preziosi consigli della professoressa Teresa Di Blasi e del direttore del Cunes Paolo Patanè, dagli uffici del Comune di Catania, in particolare dall’avvocato Giusy Mannino”.

Una scommessa meritata

“L’inserimento nel registro regionale – prosegue Marano – è un passaggio necessario per lavorare ad un ambizioso progetto: il riconoscimento della Festa come Bene dell’Umanità Unesco. Non sarà facile ma ci proveremo, anche se l’iter è assai lungo e complesso e necessità di un coinvolgimento di tutta la città. Nelle prossime settimane inizieremo a programmare il lavoro anche con l’Arcivescovo Gristina e il Sindaco Bianco. È una scommessa che Catania e i devoti meritano di vivere”

Redazione

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