Alla vigilia del ventunesimo anniversario della strage di Capaci è stata richiesta una medaglia d’oro al valor civile alla Sicilia per la lotta contro la mafia. Il deputato del Pd, Fabrizio Ferrandelli ha presentato ieri in aula una mozione in cui si chiede formalmente al capo dello Stato, Giorgio Napolitano, di assegnare alla Sicilia un riconoscimento ufficiale per far onore alla memoria dei tanti caduti per mano della mafia. La mozione dovrà essere ancora calendarizzata all’ordine del giorno e discussa nelle prossime sedute d’aula dell’Ars.
Nella premessa della mozione si legge che: “Questa terra ha visto nascere e morire eroi moderni che sulla lotta contro le mafie, sul rispetto della legalità, sull’impegno civile hanno basato la propria vita e che consapevolmente l’hanno donata per il riscatto di criteri ineludibili di umanità e di giustizia, come tra l’altro si evince dalla lettera di Giovanni Falcone dell’ 11 febbraio 1983 dove egli significativamente afferma che ‘la lotta sarà dura e difficile ed è prevedibile che sarà versato il sangue di altri servitori dello stato’ così profetizzando il proprio personale sacrificio avvenuto il 23 Maggio del 1992”. Un incontro che si è svolto ieri in sala Gialla a Palazzo dei Normanni ha visto protagonista la giornalista palermitana, e nipote del magistrato Cesare Terranova, Geraldina Piazza. “Dopo la morte di mio zio il mio punto di riferimento divenne Giovanni Falcone – racconta Piazza – a lui indirizzai una lettera di sfogo dopo che fu ucciso il prefetto Dalla Chiesa. Allora infatti i magistrati venivano visti come un pericolo per l’intera collettività, tanto che si pensava di ghettizzare in un villaggio di villette tutti i magistrati con scorta a Bellolampo lontano dalla città. La mia lettera di sfogo per la morte di Dalla Chiesa, che fu lasciato a morire da solo, risale al settembre 1982, la risposta mi giunse l’11 febbraio del 1983”. Questa lettera è rimasta conservata per 15 anni, solo tre anni fa Geraldina Piazza ne ha regalato una copia alla fondazione Falcone Borsellino.
“La lotta sarà lunga e difficile ed è prevedibile che sarà versato il sangue di altri edeli servitori dello stato, colpevoli solo di aver compiuto il loro dovere in un contesto in cui non tutti si comportano alla stessa maniera”. Queste le parole scritte da Falcone nelle lettera fanno presagire il fatto che il giudice sentiva vicina anche la sua morte. “Quando una persona è consapevole di questo destino per antichissimo consenso e tradizione si annovera tra gli eroi”, spiega il direttore della Fondazione culturale Piccolo, Aurelio Pes, che ha portato avanti l’idea di chiedere una onorificenza ufficiale al capo dello Stato per tutti i veri eroi siciliani che sono morti per mano della mafia. L’idea è stata così raccolta dal deputato Ferrandelli che si è fatto promotore di una mozione che richiedesse ufficialmente la medaglia al valor civile per la Sicilia. “Giorno 23 maggio alle ore 17,58 verrà inoltre accesa un’antica lampada di Edison per ricordare i caduti per la mafia”, conclude il direttore Pes.
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