Ferdico non è mafioso, lotta legale per la riappropriazione dei beni sequestrati

‘L’accertata esistenza di rapporti di collusione e di complicità con soggetti inseriti o gravitanti nell’organizzazione mafiosa non appare sufficiente per ritenere provato il suo organico inserimento …

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di redazione

‘L’accertata esistenza di rapporti di collusione e di complicità con soggetti inseriti o gravitanti nell’organizzazione mafiosa non appare sufficiente per ritenere provato il suo organico inserimento all’interno dell’organizzazione stessa’. Ecco perché la procura di Palermo ha chiesto nei mesi scorsi, e per la terza volta, l’archiviazione nei confronti di Giuseppe Ferdico, il re dei detersivi.
Le prove raccolte non sono bastate per chiedere un processo. Sono state sufficienti, invece, per chiedere e ottenere un sequestro di prevenzione. I punti vendita della Ferdico Giuseppe & C snc sono da qualche mese in amministrazione giudiziaria. Una dozzina di market, a Palermo e provincia, intestati all’imprenditore, alla moglie e ai loro tre figli. Il valore complessivo dei beni supera i 450 milioni di euro. I
I legali di Ferdico, gli avvocati Roberto Tricoli e Luigi Miceli, hanno sempre sostenuto che ‘l’imprenditore sta subendo un danno imprenditoriale e personale, nonostante la procura della Repubblica di Palermo si sia determinata ad avanzare più richieste di archiviazione, all’esito di una attenta e vastissima indagine che ha scandagliato l’intera attività commerciale esercitata dalle aziende di Ferdico’. E hanno aggiunto: ‘Siamo fiduciosi di potere far valere le nostre ragioni anche in sede di misure di prevenzione. La proposta di sequestro, a nostro parere, parte indebolita dalla richiesta di archiviazione. Auspichiamo che si faccia chiarezza al più presto visto che il signor Ferdico è indagato dal 2006 senza che, prima d’ora, gli fosse stata applicata alcuna misura cautelare o patrimoniale’.