Federfarma Palermo: con la Pharmaceutical Care evitabili il 25% dei ricoveri
PALERMO – “Le 320 farmacie territoriali di Palermo e provincia e gli oltre mille operatori che vi lavorano rivendicano il loro antico ruolo di ‘dispensatori di salute e di benessere’ e respingono quello di meri ‘distributori automatici di farmaci’ al quale vorrebbero relegarli le attuali politiche sanitarie”.
Lo afferma Roberto Tobia, nuovo presidente provinciale del sindacato Federfarma-Utifarma, che aggiunge: “Le moderne politiche sanitarie privilegiano l’investimento sulla prevenzione e sull’assistenza territoriale per ottenere una migliore qualità della vita dei cittadini e anche significativi risparmi sulla spesa sanitaria e ospedaliera, e individuano nelle farmacie i più avanzati e diffusi sportelli sul territorio, a diretto contatto con la gente”.
“In tal senso – annuncia Roberto Tobia – le farmacie di Palermo e provincia vogliono sollecitare l’adozione di questa strategia per rendere efficaci e più umani gli interventi di riorganizzazione dell’assistenza sanitaria, ponendo la persona al centro di un modello di ‘medicina di prossimità’. Per questo proponiamo di formare una ‘catena della prevenzione’ fra medici di medicina generale, pediatri, farmacie, laboratori di analisi, presidi dell’Asp, ambulatori ospedalieri e assessorato regionale alla Salute: una ‘rete’ di collaborazioni e sinergie per fornire un’assistenza continua e integrata, soprattutto nelle aree dell’interno spesso carenti nell’offerta di prevenzione e di salute”.
Una delle formule che stanno dimostrando ottimi risultati in molti Paesi è la “Pharmaceutical care”: il paziente cronico viene “preso in carico” dal medico di base insieme al farmacista, affinché sia seguito nella terapia assegnata: il medico controlla e il farmacista verifica l’aderenza del paziente alla cura.
“Questo sistema – spiega il presidente di Federfarma Palermo – che rende costanti e controllabili le terapie sui pazienti cronici, rende evitabili parecchi ricorsi al pronto soccorso in codice bianco e i ricoveri impropri che spesso si verificano quando il soggetto interrompe l’assunzione dei farmaci. E’ stato calcolato che su una spesa di 2,5 miliardi di euro per ricoveri di varie patologie (diabete, artrite reumatoide, osteoporosi, fibrillazione atriale, dislipidemie e ipertensione) quelli evitabili ammontano a quasi il 25%, con un risparmio di almeno 600 milioni di euro (-33%)”.