Federalismo: Zanonato, anche Stato e Regioni taglino spese

Roma, 18 mag – ”Non e’ facile parlare di
federalismo fiscale in questi giorni difficili per il nostro
Paese e per tutta l’Europa. La drammatica situazione dei
conti pubblici, infatti, rende diffic…

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di redazione

Roma, 18 mag – ”Non e’ facile parlare di
federalismo fiscale in questi giorni difficili per il nostro
Paese e per tutta l’Europa. La drammatica situazione dei
conti pubblici, infatti, rende difficile assumere decisioni
che vadano nella direzione di allentare la pressione fiscale
nazionale e dare la possibilita’ ai Comuni di decidere,
laddove sia necessario, l’istituzione di tributi locali per
recuperare risorse da investire sul territorio. La stessa
introduzione dell’Imu, va solo in parte nella direzione
giusta, visto che per quanto riguarda la seconda casa meta’
del gettito sara’ assegnato allo Stato”. E’ quanto afferma
Flavio Zanonato, sindaco di Padova e delegato Anci a
Sicurezza e Immigrazione parlando della riforma federale, al
centro della due giorni organizzata da Ifel che si
concludera’ oggi a Frascati. ”Purtroppo – afferma il sindaco di Padova – negli ultimi
anni, di federalismo si e’ parlato troppo senza fare nulla di
concreto. Un’inutile discussione su mirabolanti riforme ha
dimenticato che il federalismo fiscale nel nostro ordinamento
c’e’ gia’ ed e’ contenuto nell’articolo 119 della
Costituzione. Sarebbe stato sufficiente applicarlo alla
lettera, ma il precedente Governo si e’ ben guardato dal
farlo”. Per Zanonato la ragione e’ molto semplice: ”per
applicare i principi del Titolo V della Carta costituzionale
occorre che lo Stato centrale riduca in maniera significativa
le proprie spese, in modo da poter diminuire il livello della
pressione fiscale nazionale. Solo allora, continua, sara’
possibile per i Comuni applicare una propria tassazione
oppure compartecipare alle tasse statali”. Secondo il
delegato Anci, ”per portare il Paese fuori dalla situazione
di pericolo in cui tutt’ora versa, dobbiamo tutti partecipare
ad una riduzione dei costi della macchina burocratica. I
Comuni, fin qui, hanno fatto la loro parte. Le Regioni e lo
Stato molto meno. Passata l’emergenza – conclude – occorrera’
tornare a discutere di temi decisivi per il futuro del Paese
e bene fa l’Ifel ad aprire una riflessione che tornera’ utile
quando l’Italia, speriamo a breve, sara’ in grado di
riformarsi e di darsi un assetto moderno, efficiente e piu’
vicino ai cittadini”.rus/sam/alf