«Quello che mi fa pensare che la Fattoria sociale possa vedere la luce con grandi prospettive è la determinazione di non pochi dei ragazzi che stanno partecipando al corso. Lo dico perché stare per 6 ore ogni giorno davanti a uno schermo, ad ascoltare a distanza il docente, non è da tutti. Credo che sarà un’esperienza che darà grandi soddisfazioni a tutti. Tra poco faremo una pausa per dare modo a tutti di fare proprie le informazioni date. Riprenderemo a fine agosto per arrivare a realizzare l’obiettivo finale».
A parlare così è Domenico Gagliano, presidente del “Centro Studi Aurora”, l’ente che sta curando la formazione del progetto “Fattoria Sociale del Welcome”, azione pilota contro lo sfruttamento del lavoro in agricoltura portato avanti da una partnership composta da un’associazione Temporanea di Scopo costituita dal “Coordinamento regionale volontariato e solidarietà Luciano Lama” (capofila), la Società cooperativa “Incastri Creativi” di Palermo, il Consorzio ”Sale della Terra” di Benevento, l’associazione “Mediter Italia”, la Euroconsult di Enna, l’associazione “Centro Studi Aurora” di Santa Flavia, il Comune di Calascibetta e il Gal Rocca di Cerere.
In tutto 240 le ore in modalità blended learning (FAD sincrona e modalità in presenza) distribuite in moduli di orientamento (12 ore), teorici di base afferenti ambiti linguistici, normativi e settoriali (120 ore), moduli tecnico pratici specialistici (78 ore) e in un laboratorio di idee progettuali dal titolo “Agricoltura sociale innovativa” (30 ore) dal quale dovranno emergere le due idee progettuali che verranno scelte per poter selezionare gli 8 beneficiari che andranno a costituire materialmente la fattoria sociale.
I partecipanti provengono da differenti paesi – Somalia, Egitto, Costa d’Avorio, Guinea, Gambia, Cameroon, Nigeria e Bangladesh – e sono ospiti dei Sai di Calacibetta, Regalbuto e Centuripe. Nelle aule del “Coordinamento regionale volontariato e solidarietà “Luciano Lama” stanno acquisendo le basi per potere sperimentare un percorso che potrà dare loro nuove prospettive di lavoro, ma anche di vita.
«Mi piace questa esperienza – . dice Celine, proveniente dal Cameron – e credo che potrà essere il mio futuro. Certo, avendo un bambino, non è facile seguire bene, ma credo che andrà tutto bene».
Per Rasel, bengalese, il sogno è di creare una propria attività. «Mi piacerebbe sperimentarmi in questo progetto, magari anche per potere un giorno avere un’ impresa tutta mia».
Serge, invece, viene dalla Costa d’Avorio. «Nel mio paese mi sono sperimentato in attività legate all’agricoltura. È passato tanto tempo, ma ricordo bene tutto e posso mettere a disposizione tutta la mia esperienza».
Un percorso emozionante, come tutti i progetti che nascono e hanno grandi prospettive davanti a sé, ma certamente non privi di difficoltà e non solo perché si tratta di giovani che vengono da altri paesi, da altre culture, in pochi casi lontano da casa per sperimentare esperienze di vita.
“Quello che vorrei anche sottolineare – aggiunge in conclusione Gagliano – è che la determinazione e volontà di questi giovani viene dimostrata anche dal fatto che, per partecipare alle ore di lezione in presenza, affrontano viaggi di diverse ore perché le distanze non sono coperte come dovrebbero dai mezzi di trasporto. È il problema della nostra terra che non collega bene i territori, ma anche questa deve diventare una nota positiva nel difficile percorso di affrancamento della vita di questi giovani“.
La “Fattoria Sociale del Welcome” è un’attività finanziata dalla Regione Siciliana, Assessorato della Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro, Ufficio Speciale Immigrazione nell’ambito del progetto Progetto “P.I.U. Su.Pr.Eme.” (Percorsi Individualizzati di Uscita dallo Sfruttamento), co-finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Direzione Generale dell’Immigrazione e delle Politiche di Integrazione e dall’Unione Europea, PON Inclusione Fondo Sociale Europeo 2014-2020.
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