FAVARA – Novanta giorni di tempo per rimuovere le installazioni artistiche che hanno dato nuova vita al centro cittadino dell’agrigentino.
E’ questo il tempo massimo dato ad Andrea Bartoli, fondatore, insieme alla moglie Florinda Saieva, della Farm Cultural Park, il centro culturale nato sette anni fa a Favara. Le installazioni incrimitate come abusive, in quanto occuperebbero suolo pubblico in maniera illegale, sono due: Butterly Home ed Equilatera, piccole opere architettoniche in legno, di prestigiosissimi professionisti, ingegneri e architetti di fama nazionale ed internazionale. Due creazioni artistiche che, insieme al Kitagawara Byobu, la porzione del Padiglione Giaponese dell’Expo 2015 e tantissime altre opere ed installazioni hanno impreziosito i Sette Cortili.
A Bartoli si contesta di aver installato le opere senza le autorizzazioni necessarie e di occupare abusivamente il suolo pubblico. Il fondatore della Farm Cultural Park però non ci sta e annuncia ricorso al TAR, come spiega in un lungo post apparso su Facebook, dove ripercorre, allagando anche la relativa documentazione, l’iter burocratico con il Comune di Favara, per ottenere le autorizzazioni.
«Il 10 aprile 2017 – scrive su Facebook Andrea Bartoli – richiediamo al Comune di Favara un nulla osta per l’installazione temporanea di un piccolo padiglione, fuori terra, denominato EQUI-LATERA. Accompagniamo alla richiesta di nulla osta, il progetto esecutivo. Lo stesso iter si ripete il 10 maggio 2017 (2 mesi e 19 giorni fa) in occasione del convegno dell’Ordine degli Architetti, prima di installare Butterfly Home. In questo caso, essendo alcuni uffici del Comune di Favara in fase di trasferimento da un edificio ad un altro, ci viene chiesto di inviare una pec certificata, come abbiamo fatto».
«L’attività culturale e turistica esercitata da Farm Cultural Park all’interno dei Sette Cortili ha trasformato questo luogo, i Sette Cortili in un “luogo di Cultura e di grande attrazione turistica” e Favara ha acquisito una nuova identità nazionale ed internazionale come “città dei giovani e degli artisti” e soprattutto di “piccola Capitale mondiale della rigenerazione urbana».
«L’attrattività di questo luogo da un punto di vista turistico, il forte posizionamento mediatico e i numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali dati a Farm Cultural Park hanno generato un’onda emotiva in tanti imprenditori locali che hanno investito in tutto il Centro Storico di Favara, aprendo nuove attività per turisti e visitatori».
«La chiusura di Farm Cultural Park determinerebbe un grave danno al “processo in corso” di trasformazione urbana e segnerebbe la fine del principale luogo di attrazione della città di Favara, con conseguente probabile danno immediato per l’economia locale».
«A metà giugno abbiamo deciso di parlarne al sindaco e ad alcuni assessori che subito hanno mostrato sincero interesse a sostenere la Farm in questa grandissima e difficilissima sfida di resilienza. Il governo della città, interessa gli uffici tecnici che si mostrano inizialmente disponibili; si concorda di consentire a Farm Cultural Park, nel rispetto delle regole vigenti di poter chiedere e ottenere una volta per tutte, l’occupazione onerosa di spazi ed aree pubbliche ove risiedono opere d’arte e installazioni e che ospitano continuamente attività culturali».
«Farm Cultural Park in data 28 giugno 2017 presenta denuncia di occupazione generale di spazi ed aree pubbliche e dopo aver quantificato con l’Ufficio competente, la liquidazione della somma da corrispondere a titolo di occupazione provvede in pari data al pagamento di un bollettino di conto corrente postale di euro 1.437,18 (millequattrocentotrentasette virgola diciotto) per il primo semestre anticipato di occupazione».
«Successivamente il Comando dei Vigili Urbani che avrebbe dovuto emettere lo stesso giorno un provvedimento definitivo, al fine di regolamentare nel migliore dei modi ogni dettaglio, propone di svolgere una conferenza di servizi non solo per deliberare e consentire l’occupazione degli spazi ma al tempo stesso chiarire e mettere per iscritto ogni prescrizione di buon senso che potesse consentire l’adeguata fruizione dei Sette Cortili da turisti e visitatori, oltre che ovviamente da residenti, proprietari immobiliari ed esercenti di attività commerciali».
«Dopo pochi giorni, il 6 luglio, nonostante il procedimento amministrativo in corso, e nonostante Farm abbia già corrisposto sei mesi anticipati di occupazione di suolo pubblico, e nonostante tutte le premesse sopra fatte, a seguito della denuncia di un signore che possiede casa all’interno dei Sette Cortili, ma vive all’estero e che ha dovuto aspettare 15 minuti per uscire da un garage all’interno dei Sette Cortili la sua macchina, la Squadra di Vigilanza Edilizia di Favara, rileva a seguito di controlli di suolo pubblico due occupazioni abusive rispettivamente per EQUI-LATERA e Butterfly Home. Tuttavia chi effettua il controllo si premura di rassicurare mia moglie, tanto il procedimento di concessione di occupazione di suolo pubblico è in fase di rilascio e quindi si risolve tutto».
Andrea Bartoli viene a conoscenza dell’ordinanza attraverso la telefonata di un giornalista, che gli chiede di commentare il fatto. «Anche il nostro tecnico di fiducia , rimane basito. Nonostante faccia avanti e indietro da un mese, dall’Ufficio Tecnico per arrivare alla definizione della pratica in oggetto per il completamento della documentazione gradita, si ritrova anche lui, una ordinanza sorpresa dello stesso Ufficio Tecnico che ordina a Farm la RIMESSA IN PRISTINO DELLO STATO DEI LUOGHI, provvedendo alla dismissione delle opere in premessa entro il termine di 90 giorni, dalla notifica dell’ordinanza».
«Lo stesso Ufficio Tecnico che in modo solerte, risponde al rapporto della Squadra di Vigilanza Edilizia, forse avrebbe potuto rispondere con la stessa puntualità a due richieste di nulla-osta corredate da tutte le documentazioni tecniche e presentate diversi mesi prima. Ma non finisce qui. Sempre a sostegno di Farm, la stessa Ordinanza statuisce: con irrogazione della sanzione amministrativa pecuniaria da 2.000 a 20.000 euro».
«E’ chiaro, avverso questa Ordinanza, qualora non venisse rimossa in autotutela, ricorreremo contro il T.A.R., gli organi competenti di grado superiore, la Corte di Giustizia Europea. Raccoglieremo le firme, scriveremo alle Università, al Presidente della Repubblica, al Capo del Governo e persino al Papa. Ovviamente anche alla Procura della Repubblica. In serata, ieri, ho incontrato il sindaco e alcuni assessori, molto dispiaciuti di tutto quanto accaduto».
«Sono certo della buona fede del Sindaco e degli Assessori e della loro volontà di cambiare le cose. Oggi occorre ulteriormente dimostrarlo con i fatti e con urgenza, senza farsi rimbalzare e ingabbiare dalla burocrazia, ma viceversa facendo in modo che funzioni in modo efficiente nell’interesse della città e della collettività. Siamo molto oltre il novantesimo minuto. Tutto questo non solo per Farm, ovviamente, ma per tutti, specie per quelli che non hanno le spalle robuste per far sentire la propria voce. Questa è la sfida per Favara e questa è una delle sfide più importanti e cruciali per il nostro Paese. Noi non molliamo. Mai».
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