Sono stati condannati a quattro anni ciascuno gli ex vertici dell’Amia, Enzo Galioto e Orazio Colimberti, rispettivamente Presidente e Direttore generale, imputati nel processo per il crac dell’Amia, la fallita azienda di igiene ambientale di Palermo, adesso sostituita dalla RAP.
La quinta sezione del Tribunale di Palermo ha condannato a tre anni di reclusione anche gli ex componenti del Cda Angelo Canzoneri, Franco Arcudi e Paola Barbasso. Assolti, come richiesto dal pm Carlo Marzella gli altri imputati: Giuseppe Costanza, Antonino Giuffrè, Gaetano Mendola e Vincenzo Gargano. Il tribunale ha disposto il risarcimento in sede civile per il Comune di Palermo e per l’Amia.
L’accusa di bancarotta fraudolenta, riguardava l’iscrizione nel bilancio del 2005 di false plusvalenze derivanti da vendite di automezzi e di immobili per un valore di 16 milioni e 500 mila euro. Vendite ritenute fittizie perché fatte da Amia ad Amia servizi Srl che, il giorno dopo, affittava il tutto alla società venditrice.
Questo escamotage avrebbe consentito di far figurare il bilancio in utile e di aumentare gli emolumenti degli amministratori.
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