“Falla come vuoi sempre cucuzza è”.Berlusconi tra amnistia e clemenza

 

Mentre le grandi potenze mondiali giocano a Risiko con la Siria, in Italia ci occupiamo di che titolo giuridico dare al salvacondotto per Silvio Berlusconi.
Il PD, il partito disorientato, a gran voce scalpita: “no all’amnistia,no all’indulto, sarebbe indecente!” . A proposito di indecenza, Bersani che fine ha fatto?
Mario Mauro, ministro della Difesa, rilancia l’ipotesi di un’amnistia generale, una soluzione che dia agibilità politica di Silvio Berlusconi. Agilità, come se si trattasse di una palazzina abusiva portante in attesa di sanatoria, per evitare il crollo del governo.
Poi arriva Sciolta Civica il partito dell’ex premier Mario Monti, che preferirebbe un provvedimento di clemenza. La clemenza, che mi ricorda tanto Alessandro Magno e i tempi in cui la democrazia era un sogno per pochi, la chimera ateniese, in poche parole: il mito mai avveratosi.
Alla fine arriva Fel, ovvero Sel con la dizione di Vendola, che si arrabbia battendo i piedi come un bambino prepotente che in modalità cadrà Sansone con tutti i Filistei dichiara: “Noi abbiamo sempre dato la nostra disponibilità a provvedimenti per alleviare quella che è la condizione drammatica delle carceri. Ma se si parla di amnistia si fanno delle selezioni dei reati”. E che male c’è? Selezioni per tutto: Miss Italia, Grande Fratello, XFactor, perchè bisogna discriminare i reati?
L’amnistia, estingue il reato; l’indulto estingue la pena; la clemenza individuale, altresì conosciuta come “grazia“, invece, si applica solo ad un determinato condannato a cui la pena principale, in tutto o in parte, viene sostituita con un’altra meno grave. Insomma, al di là del titolo, chiaro è che il risultato non cambia, ma ai nostri politici piace giocare a scarabeo con la dignità del popolo italiano.

Ma nel frattempo in Siria…