“Sono assai dispiaciuto di non aver potuto partecipare, nella mia città, alle corali manifestazioni per la ricorrenza dell’anniversario della morte di Giovanni Falcone, collega che ho sempre stimato ed apprezzato. E ciò unicamente per non essere stato invitato da parte di chi rappresenta la Fondazione Falcone”.
A parlare è Alfonso Giordano, il presidente della Corte d’Assise che celebrò il maxi-processo a Palermo.
Divenuto presidente della prima corte d’Assise di Palermo, il 6 febbraio 1986 venne chiamato, con apposito decreto, a presiedere il Maxiprocesso di Palermo, istruito dal pool antimafia.
L’11 novembre 1987, prima che la Corte si ritirasse in camera di consiglio per emettere la sentenza, Giordano fu destinatario di un particolare messaggio da parte di Michele Greco, il “Papa” di Cosa Nostra, il quale auspicò la «pace» per il Presidente e per la sua famiglia.
Il 16 dicembre 1987 alle 18.07, conclusasi la camera di consiglio, Giordano iniziò la lettura delle 54 pagine della sentenza terminando alle 19,35.
In totale furono comminate: 360 condanne (74 in contumacia), 114 assoluzioni, 19 ergastoli, 2665 anni di carcere, 11.5 miliardi di lire di multe.
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