Non è solo la Sicilia a protestare contro l’organizzazione di Expo 2015, ci sono infatti parecchi Paesi che si sentono penalizzati dalla situazione logistica dei loro padiglioni.
inviato una protesta ufficiale al commissario Giuseppe salaSi tratta di tutte quelle nazioni che sono state collocate a ridosso dell’entrata est della mastodontica esposizione e che non sono assolutamente soddisfatti di come sono andate le cose nella prima settimana di apertura. Tra questi la Russia, l’Oman, l’Indonesia e il Turkmenistan, che hanno inviato una protesta ufficiale al commissario unico di Expo Giuseppe Sala.
Al momento di assegnare gli spazi era stato loro assicurato che dall’ingresso Est sarebbe transitata una percentuale molto alta di turisti: “Nel 2012 ci avevano parlato del 60 per cento dei visitatori”. Poi le cose sono cambiate e nessuno li ha informati di questi aggiornamenti fino a qualche settimana prima dell’evento quando è stato comunicato che dall’ingresso Est sarebbe passato appena il 20-25 per cento dei turisti. Non solo ma, almeno in questa prima settimana di apertura si è andati abbondantemente sotto questa previsione, cosicché i padiglioni sono rimasti semivuoti, soprattutto la mattina.
E, ovviamente, tutte le attività commerciali ne risentono. “Ci sentiamo presi in giro” protestano gli “Stati dell’ingresso est”, uniti in una strana alleanza trasversale, che chiedono interventi urgenti.
A cominciare dall’istituzione di una navetta low cost per l’ingresso Roserio che possa accedere al pari dei taxi e dei bus autorizzati, prevedendo anche l’accesso delle scolaresche in visita.
Gli Stati si aspettano almeno 3 milioni di visitatori entro la fine di ottobre ma, al momento, sono lontanissimi dall’obbiettivo e dalla media prevista per la prima settimana di Expo. Tuttavia hanno dei costi sulle spalle e devono rientrare nei budget e non hanno alcuna intenzione di trasformare in fallimento la loro presenza ad Expo 2015.
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