Ex province: torna voto diretto. M5S: “Servivano risorse, non poltrone”

Torna l’elezione diretta per il presidente dei Liberi consorzi, per il sindaco metropolitano e per i consiglieri di questi enti.

Il voto a sorpresa

A sorpresa i deputati hanno chiesto alla presidenza dell’Ars di mettere ai voti il disegno di legge, iscritto all’ordine del giorno da tempo, che reintroduce il voto diretto nelle ex Province, che era stato abrogato con la riforma che ha introdotto i Liberi consorzi e le città metropolitane i cui amministratori devono essere scelti con il voto di secondo livello.

Per il deputato di Forza Italia, Vincenzo Figuccia, la reintroduzione del voto diretto “mette fine alla riforma più strampalata di Rosario Crocetta”. “Le ex province – dichiara il deputato di Forza Italia – sono state massacrate da scelte scellerate del Pd per cinque anni. Ora si vede un po’ di luce. Torna anche la democrazia con il voto a suffragio universale”.

Contro l’approvazione della norma il Movimento Cinque Stelle, da sempre schierato contro la reintroduzione delle province. “In questi 5 anni – dichiara Giancarlo Cancelleri – sono state prosciugate dalle risorse dal governo centrale, dato che grazie alla compartecipazione al debito pubblico con il lauto prelievo forzoso, abbiamo spogliato di risorse dipendenti e servizi. La soluzione era immettere liquidità negli enti intermedi non rimetterci poltrone”.

“La politica – aggiunge il candidato dei Cinque Stelle alla presidenza della Regione – ha la necessità di accontentare i portatori di voti e la pletora di personaggi che ruota attorno ad essi da coinvolgere per la campagna delle regionali. Quale migliore voto di scambio – conclude Cancelleri – se non garantirgli la possibilità di una poltroncina alla provincia?”.