PALERMO – Le tute blu dell’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese e dell’indotto riaccendono il motore della protesta. Dopo l’infuocata assemblea di giovedi’ scorso nelal sede consiliare del Comune, oggi ‘trasferta’ a Palermo, tra i palazzi (vuoti) del politica regionale. Prima davanti alla presidenza della Regione: presidio e vana richiesta di essere convocati da qualcuno: “Ma non c’e’ nessuno o nessuno vuole e ha tempo di incontrarci per spiegare cosa ne sara’ di duemila lavoratori”, dice con amarezza il segretario della Uilm Vincenzo Comella.
Circa trecento gli operai in strada dietro uno striscione per chiedere certezze sul futuro produttivo ancora nebuloso, nonostante siano passati quasi due anni dall’addio del Lingotto. Per di piu’, a fine 2013 scadra’ il secondo anno di cassa integrazione. E sara’ il buio assoluto. Una protesta itinerante quella di oggi. Dopo il sit-in davanti a Palazzo d’Orleans, e qualche disagio al traffico, infatti, tutti si sono recati nella vicina sede dell’Assemblea regionale siciliana; anche qui nessun interlocutore. Cosi’, hanno deciso di rendersi visibili, loro che si definiscono “gli invisibili”, perche’ della loro vertenza “non interessa a nessuno e nessuno ne parla piu'”: hanno zigzagato per le strade adiacenti, senza meta. “Al momento, del resto – aggiunge Comella – una meta non ce l’ha affatto il polo produttivo di Termini”. Nei giorni scorsi il governatore Rosario Crocetta ha incontrato il sottosegretario allo Sviluppo economico Simona Vicari; i due hanno parlato di contatti con tre imprese attive nei settori dei biocarburanti, dell’energia e della trasformazione di motori. La nebbia resta fitta.
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