di redazione
PALERMO. Per questa ragione Venturi
elenca alcuni dei punti che hanno caratterizzato l’azione di
denuncia nei tre consorzi.
CALTANISSETTA. Disposte numerose revoche di lotti tra cui: ditta
prestanome di un colluso di mafia fedelissimo del boss Piddu
Madonia, coinvolto nelle inchieste di mafia dei cementifici; Coop.
“Le Verdi Madonie” degli imprenditori madoniti Giaconia
(condannati per una mega frode fiscale che gestivano il
Frigomacello, costato 20 miliardi delle vecchie lire, costruito
dall’imprenditore Pietro Di Vincenzo); Societa’ SACCI Spa di Roma
che, nell’intento di realizzare un mega cementificio, aveva messo
le mani su centinaia di ettari nell’area industriale di
“Grottadacqua dove passera’ l’autostrada Caltanissetta-Agrigento;
diverse denunce all’autorita’ giudiziaria e contabile su illeciti
ed illegittimita’ a perpetrate dagli ex vertici dell’Asi.
Risamento dei conti: Il Consorzio, che era sommerso di debiti
(disavanzo di circa 1,8 milioni di euro), oggi presenta un avanzo
di amministrazione, il pagamento di tutti i debiti e la ripresa di
tutti i servizi nelle aree industriali. Asi Enna ed Asi
Caltanissetta, le uniche in Sicilia ad avere approvato il bilancio
di previsione 2012 ed il conto consuntivo 2011.
ENNA. Destituito il direttore generale, cacciato il responsabile
dell’area tecnica (assunto in modo illecito), denunciato lo
scandalo del deserto dell’area industriale di “Dittaino” (50
opifici realizzati, solo 20 in attivita’). Ha denunciato
all’autorita’ giudiziaria ed agli inquirenti contabili gli ex
vertici Asi. Anche l’Asi di Enna, sull’orlo del tracollo
finanziario, oggi si presenta un avanzo di bilancio e con il
pagamento di tutti i debiti (esclusi quelli contratti per le
espropriazioni). Sono stati riattivati i servizi essenziali
all’area industriale, sportelli per il credito alle imprese.
AGRIGENTO. Revocati lotti a 7 aziende colluse ed in odore di
mafia ed un appalto (circa 5 milioni di euro) dell’asse viario di
Porto Empedocle ad un’impresa in odore di mafia. Gli ex vertici
consortili e i colletti bianchi avevano lasciato indisturbate le
imprese in odore di mafia. Inoltre, non avevano spiccato neanche
un decreto ingiuntivo ad un’azienda “chiacchierata” che deve
pagare un debito certo all’Asi di circa 600.000 euro. I debiti
sono circa 12 milioni di euro, 6 bilanci non approvati (l’ultimo
consuntivo risale al 2008), pagamenti effettuati in violazioni
alle leggi, indebite maggiorazioni alle indennita’ degli
amministratori e dei vertici burocratici, innalzamento di livelli
dirigenziali in violazione alle leggi, bandi per progetti
finanziamenti UE senza copertura finanziaria, eclatanti sprechi da
svariati milioni di euro come quello dell’area di
Campobello-Ravanusa (centro direzionale, diventato una stalla per
cavalli). Ha denunciato agli inquirenti illeciti, danni
all’erario, ombre di mafia, burocrazia infedele. Ha sospeso
(avviando le procedure di licenziamento) il direttore generale, il
capo dell’ufficio tecnico, il dirigente responsabile dell’ufficio
contabile. Ha avviato il recupero dei crediti con procedura
legale, mai richiesti in precedenza. Ha provveduto alla
costituzione di parte civile nei processi per illeciti in
occasione delle designazione degli amministratori dell’Asi. (FINE)
swp/fi
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