Una data importante, il prossimo 5 luglio, perchè l’associazione “SOS Impresa e Rete per la Legalità” parteciperà al bando per assegnare uno stabile, in via Felice Cavallotti, a Riesi. Bene che, grazie al lavoro dell’Arma dei Carabinieri e della Magistratura, ha portato in carcere capi mandamento e uomini affiliati al clan dei Cammarata. Un bene che oggi, grazie alla DDA, alla DIA e alla Prefettura di Caltanissetta, si trova a disposizione e sotto la custodia del Comune in provincia di Caltanissetta.
Un passo importante, da considerare una tappa in direzione della creazione di una comunità che non debba più avere paura.
“L’aver paura offende la dignità e la memoria di coloro chi oggi ricordiamo onorando la loro morte – afferma Eugenio Di Francesco, referente provinciale per Enna, Caltanissetta e Agrigento di “Sos Impresa – Rete per la Legalità” -. Penso a Giovanni Falcone, alla moglie Francesca Morvillo e gli uomini di scorta, Vito Schifani, Antonio Montinaro e Rocco Dicillo, che abbiamo da poco ricordato in occasione del 29° anniversario della Strage di Capaci, ma anche alle vittime innocenti di mafia riesini. L’aver paura offende e impedisce il futuro delle nuove generazioni. Il 5 luglio parteciperemo a questo bando per far diventare quel sito un bene comune a disposizione di tutti quegli imprenditori liberi e non solo. Qualora non ci saranno partecipanti e non avremo i requisiti, però, nel massimo rispetto delle leggi chiederemo al nostro Sindaco e all’amministrazione comunale l’assegnazione per via diretta“.
Un bene, lo stabile di via Felice Cavallotti, che si trova in una strada storicamente chiamata “la carrozza di li murti”. Una strada che porta al cimitero, ma è anche collocato di fronte a una scuola dell’infanzia e di un centro di formazione professionale.
“È la casa che, dal buio della storia, apre le porte alla luce alle nuove generazioni – aggiunge Di Francesco – . Alle 10 di mercoledì 26 maggio, insieme al Presidente Vicario Nazionale di “SOS Impresa e Rete per La Legalita”, Pippo Scandurra, andremo a fare un sopralluogo sul bene, al fine di poter dargli la giusta destinazione. Mi auguro, però, che questa volta, il bando non vada deserto e che ci sia una gara per tutte le associazioni riesine affinché possiamo dare testimonianza tangibile di una realtà che vuole cambiare. Basta con il dire “Riesi vuol dire Mafia” perché “Riesi vuol dire vita”. Riesi è piena di lavoratori onesti che vogliono fare commercio e l’imprenditoria credendo al valore della sinergia. Riesi sta cambiando, deve cambiare, lo dobbiamo alle nuove generazioni“.
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