Etna, nuova Carta Vulcano-Tettonica: ‘fare prevenzione per possibili terremoti’

Presentata nella sede del Parco la nuova Carta Vulcano-Tettonica dell’Etna. Stefano Gresta, presidente INGV: “La prevenzione va fatta a freddo, lontano dalle spinte emotive provocate dagli eventi”

di redazione

 

NICOLOSI(26 marzo 2012) – “La prevenzione va fatta a freddo e in modo ponderato, lontano dalle spinte emotive provocate dagli eventi. Momenti e situazioni drammatiche come quelle vissute per il terremoto in Emilia Romagna devono far riflettere su come utilizzare al meglio gli strumenti di prevenzione che attualmente abbiamo a disposizione”. Lo ha detto Stefano Gresta, presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, intervenendo stamattina nella sede del Parco dell’Etna, l’ex Monastero Benedettino di San Nicolò La Rena a Nicolosi, per la presentazione della nuova Carta Vulcano-Tettonica in scala 1:100.000, realizzata dall’Osservatorio Etneo, INGV Catania e dal’Istituto di Ricerche Planetarie del Centro Aerospaziale tedesco (D.L.R).

 

“La previsione dei terremoti ha un livello di incertezza nei risultati tale che, se proposti in modo fuorviante, possono creare solo allarmismi – ha aggiunto, tra l’altro, il presidente dell’INGV – Ecco perché le informazioni vanne pesate e va verificato il loro utilizzo da parte di chi vuole fare soltanto allarmismo”.

In apertura dei lavori, il commissario straordinario del Parco Ettore Foti ha sottolineato “l’importanza per il territorio della consolidata e proficua sinergia tra il Parco e l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, messa in particolare evidenza nell’ambito della candidatura a patrimonio mondiale dell’Unesco presentata dal Parco”. Foti ha definito la nuova carta Vulcano-Tettonica “uno strumento di grande qualità e rilievo non soltanto per approfondire la conoscenza scientifica dell’Etna, ma anche per una più attenta pianificazione territoriale che tenga conto dei rischi legati all’attività del vulcano e della sicurezza delle popolazioni”.
Per il presidente dell’Ordine Nazionale dei geologi Gianvito Graziano, “la costante collaborazione con il Parco dell’Etna e l’INGV in occasioni del genere pone le basi migliori per offrire, in un momento di grande crisi, una opportunità di conoscenza quanto mai preziosa alla comunità dei geologi e ai comuni cittadini ”.
Ralf Jaumann, vice-direttore del Centro Aerospaziale tedesco, ha spiegato che “la strumentazione tecnologica che ha consentito di costruire il modello digitale ad altissima risoluzione realizzato sull’Etna è la stessa di quella utilizzata nella strumentazione della missione spaziale su Marte”.
I vari contenuti e aspetti della Carta Vulcano-Tettonica sono stati introdotti da Domenico Patanè, direttore dell’Osservatorio Etneo, INGV-Catania, che ne ha rilevato la grande utilità per la pianificazione territoriale sottolineando la pressochè totale assenza degli amministratori locali, e da Mauro Coltelli, responsabile dell’unità funzionale di vulcanologia e tra gli autori della Carta, che ha spiegato come il lavoro presentato oggi “rappresenta il completamento dell’intensa attività di ricerca scientifica che ha portato alla realizzazione della recente Carta Geologica del vulcano Etna”.
Si sono quindi susseguite le relazioni degli altri tre autori: Klaus Gwinner, del German Aerospace Center, DLR (DEM e orto-immagini per la produzione della mappa di base e l’analisi tettonica); Raffaele Azzaro dell’Osservatorio Etneo, INGV-Catania (Quadro strutturale del vulcano Etna: tipologia, attività e caratteristiche sismotettoniche); Stefano Branca, Osservatorio Etneo, INGV-Catania (Gli elementi vulcano-tettonici dell’edificio etneo: caratteristiche, distribuzione ed età).
La nuova carta vulcano-tettonica – di recente pubblicata sull’Italian Journal of Geosciences, la rivista ufficiale della Società Geologica Italiana e del Servizio Geologico d’Italia – ricostruisce, come hanno ben spiegato i relatori, un quadro aggiornato delle strutture tettoniche e vulcaniche del Monte Etna, responsabili dell’attività sismica e vulcanica di questa regione dove risiedono circa 700.000 persone.
Il lavoro è stato realizzato attraverso uno studio multidisciplinare di tipo geologico, morfotettonico e sismotettonico. La caratterizzazione del tasso di attività delle faglie della regione etnea ha evidenziato l’eccezionale dinamica della faglia della Pernicana, localizzata nel versante nord-orientale, con valori medi di movimento di 20-36 mm negli ultimi 1000 anni, mentre il sistema di faglie delle Timpe nel fianco orientale è caratterizzato da un’importante deformazione, con tassi medi di movimento di circa 2-4 mm/anno. Un risultato significativo di natura applicativa è inoltre rappresentato dal modello sismotettonico proposto nella carta, che riassume le principali informazioni riguardanti la pericolosità sismica delle faglie attive presenti nella regione etnea.
Moderatore dell’incontro è stato Salvo Caffo, vulcanologo dell’Ente, che ha evidenziato l’utilità degli ultradecennali accordi di programma tra Parco, INGV e dipartimenti universitari, che hanno consentito tra l’altro di trasformare nel tempo la sede dell’Ente, anche attraverso l’installazione di varie strumentazioni, in un centro propulsivo di studio e divulgazione vulcanologica dell’Etna.
Sono intervenuti anche Giovanni Spampinato, responsabile del servizio provinciale di Catania del Dipartimento Regionale Protezione Civile ed Emanuele Doria, presidente regionale dell’Ordine dei Geologi, che hanno approfondito gli aspetti relativi alla micro zonazione sismica e alle iniziative locali di prevenzione; Carmelo Monaco, dell’Università di Catania e Carlo Cassaniti, vicepresidente dell’Ordine regionale dei geologi. Presenti i sindaci di Nicolosi Nino Borzì, di Trecastagni Giuseppe Messina e il rappresentante del comune di Belpasso Chisari.