Cronaca

Erosione, la Regione vara un Piano per proteggere le coste siciliane

Erosione. Il governo Musumeci è pronto ad attuare una strategia complessiva per porre ovunque fine alla erosione costiera, recuperare le spiagge scomparse e ricreare condizioni naturali di equilibrio.

Lo strumento per portare avanti l’ambizioso progetto è stato messo a punto dall’Ufficio contro il dissesto idrogeologico, guidato dallo stesso presidente della Regione.

Adottando come parametro di riferimento le Linee guida nazionali, la Struttura commissariale, che opera con la direzione di Maurizio Croce, ha effettuato in appena quattro mesi un monitoraggio completo delle coste dell’Isola, individuando le zone a cui dare priorità d’intervento e mettendo a punto le tipologie più idonee da adottare. Già apprezzato dalla giunta di Palazzo Orleans, il “Piano regionale contro l’erosione costiera – come spiega il presidente Musumeci – è già pronto per entrare nella sua fase operativa, con l’obiettivo di valorizzare, nel più breve tempo possibile, tutti quei territori rivieraschi che, anno dopo anno, hanno visto inesorabilmente ridurre la propria superficie”.

Sfregiate dal mare quasi un terzo delle coste siciliane

Su 1.623 chilometri di costa siciliana ben 438, vale a dire quasi un terzo, risultano sfregiati dal mare che ha inghiottito interi arenili provocando danni a strutture pubbliche e private e mettendo seriamente a rischio alcuni centri abitati.

Un fenomeno, quello dell’erosione costiera, che l’Isola fino ad oggi ha pagato a caro prezzo, anche in termini di flussi turistici.

La Sicilia, dopo il Veneto, è infatti la Regione in cui si registrata nel passato la maggiore urbanizzazione lungo le coste, non sempre nel rispetto della legge.

Lo studio effettuato dalla Struttura anti dissesto ha tenuto conto di una gamma completa di parametri: dalle caratteristiche sedimentologiche a quelle meteo marine – con il calcolo di venti, onde e livello del mare -, dagli effetti dei cambiamenti climatici all’analisi dell’evoluzione della linea di riva dal 1998 al 2019. Tutti i dati sono stati raccolti in un nuovo portale che potrà essere costantemente aggiornato e che permetterà di monitorare i benefici prodotti dagli interventi che verranno realizzati.  

Redazione

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