ROMA (ITALPRESS) – “Tutti gli organi che hanno delle loro specifiche competenze stanno esaminando atto per atto, chat per chat, intercettazione per intercettazione, tutto quello che e’ accaduto”. Lo afferma David Ermini, vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, ai microfoni de “Il mattino di Radio 1” parla della vicenda che ha coinvolto l’ex presidente dell’Anm Luca Palamara.
“Abbiamo, a parte la vicenda penale che e’ in capo alla procura di Perugia, il Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione che ha istituito un gruppo di lavoro per esaminare tutti gli atti e verificare se ci siano illeciti disciplinari su tanti magistrati che compaiono sulle intercettazioni, negli atti e nelle chat – aggiunge -. In piu’, dentro il Csm, la prima Commissione del Consiglio sta esaminando se ci siano questioni che possano creare situazioni di incompatibilita’ ambientale o professionale per i vari consiglieri che compaiono nelle chat e nelle intercettazioni per eventualmente disporre anche dei trasferimenti”.
Su possibili interferenze esterne nell’operato della magistratura, Ermini sottolinea: “Ci sono state diverse riforme la piu’ importante fu quella che nacque tra il 2006 e il 2008 dove si tolsero i paletti fissi sulle nomine e venne data ampia discrezionalita’ al Csm. Venne bocciato Falcone dicendo che c’era chi era piu’ anziano di lui e, per evitare un nuovo caso Falcone, si dette la possibilita’ al Consiglio di scegliere sul merito. Ma la scelta sul merito e’ stata un fallimento perche’ spesso si e’ preferito scegliere sulla base dell’appartenenza, quindi la discrezionalita’ e’ stata usata male perche’ non si e’ mai reciso quel cordone ombelicale tra la correnti, tra quelle che sono la struttura dell’associazione nazionale che e’ il sindacato, e il Consiglio Superiore”.
“Una volta che le correnti, che anche i gruppi parlamentari che indicano i non togati all’interno del Consiglio, hanno scelto i loro rappresentanti, devono recidere quel cordone e quindi i consiglieri devono assolutamente liberi e non vincolati da nessun tipo di rapporto – dice ancora il vicepresidente del Csm -.
Bisogna tutelare in tutti modi coloro che non appartengono alle correnti o che non fanno vita associativa perche’ non e’ giusto che solo chi appartiene alle correnti abbia la possibilita’ di avere dei successi personali”.
(ITALPRESS).
sat/com
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