Palermo, 26 feb.- Ergastolo per Samuele Caruso, 24 anni, l’assassino reo confesso di Carmela Patrucci, la studentessa palermitana uccisa il 19 ottobre 2012 nell’androne di casa. Dopo oltre tre ore di Camera di consiglio il gup del Tribunale di Palermo, Daniela Cardamone, ha emesso la sentenza di condanna a vita per l’imputato, accogliendo la richiesta del pm Caterina Malagoli. La difesa, oggi, nell’arringa aveva puntato sull’infermità mentale del giovane. Caruso uccise Carmela Petrucci e ferì gravemente a coltellate la sorella Lucia, presente alla sentenza insieme con i genitori e il fratello.
Il gip Daniela Cardamone ha applicato a Samuele Caruso le pene accessorie della interdizione perpetua dai pubblici uffici e della interdizione legale. Caruso è stato anche condannato al pagamento di una provvisionale immediatamente esecutiva di 500 mila euro ciascuno in favore della sorella, Lucia Petrucci, del fratello Antonino Petrucci e dei genitori. Altri 20.000 euro di provvisionale all’associazione Le Onde, e 20.000 euro per il Comune di Palermo, che si erano costituiti parte civile nel processo.
La mamma di Carmela Petrucci ha ascoltato in silenzio la sentenza e poi è scoppiata a piangere abbracciata al marito. La nonna della vittima ha più volte chiesto se davvero l’imputato è stato condannato all’ergastolo. “Carmela non torna più -ha detto singhiozzando- ma almeno giustizia è fatta”. Davanti all’aula 24 del palazzo di giustizia c’erano una quindicina di ex compagni di scuola di Carmela: per tutto il giorno hanno atteso la sentenza.
“Giustizia è fatta per la povera Carmela”, ha commentato all’Adnkronos il pm Caterina Malagoli dopo la sentenza. “Non mi rammarico per il suo ergastolo – ha detto il pm prima di lasciare l’aula – Ha ucciso una ragazza senza motivo. E’ un successo, non era scontata la condanna all’ergastolo ma l’efferatezza era terrificante. Ha dato alla vittima una coltellata che le ha quasi tagliata la testa. E’ una vicenda amara”.
“Purtroppo non è un successo perchè comunque è morta una ragazza che non tornerà più”, parlare di successo non è il momento giusto. E’ una sentenza che prende atto dell’efferatezza del delitto”, ha detto Marina Cassarà, legale della famiglia di Carmela Petrucci, riferendosi alle parole del pm aggiungendo che si tratta di “una sentenza giusta”.
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