“Se il Parlamento non approverà in tempi brevi la riforma dell’art. 4 bis della legge sull’Ordinamento Penitenziario anche ai mafiosi che non hanno mai voluto collaborare con la giustizia potranno essere concessi benefici come per esempio la liberazione condizionale. Non possiamo permettere che la collaborazione sia privata di ogni valore”. A lanciare l’allarme è Carmelo Miceli, deputato siciliano del Partito Democratico, componente delle Commissioni Giustizia e Antimafia.
“È fondamentale – dice Miceli – che il Parlamento si dia l’obiettivo di completare urgentemente il percorso per la riforma con quella stessa maturità e concretezza che hanno portato alla rielezione del Presidente Mattarella. La Corte Costituzionale, infatti, ha dichiarato illegittimo l’attuale sistema ma ha indicato l’11 maggio come termine ultimo per superarne l’incostituzionalità”.
Poi aggiunge: “Un Paese che, per usare le parole del nostro Presidente della Repubblica, ha il dovere di ritrovarsi sul concetto di ‘dignità’ non può permettersi di fare finta di non capire e non vedere che non potrebbe esistere offesa più grande alla memoria di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, alla memoria di Francesca Morvillo e delle donne e degli uomini delle loro scorte e alla memoria di tutte le vittime innocenti di mafia, consentendo proprio nel trentennale delle stragi di Capaci e via D’Amelio una scriteriata concessione di benefici a tutti quei mafiosi che, per libera e incondizionata scelta, non hanno mai collaborato con la giustizia”.
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