Enzo Bianco scioglie la riserva: si candida come Sindaco di Catania e afferma:
«Catania attraversa uno dei periodi peggiori della sua lunga storia. Una Città oggi senza fiducia in sé stessa. Abbandonata, senza regole, piena di paure. Senza un vero progetto per il futuro. Senza soldi, né manutenzione. Sporca e caotica. Senza prospettive per i nostri ragazzi, né lavoro per uomini e donne. Senza credibilità. Persino senza sindaco: sei capi dell’Amministrazione in meno di cinque anni! È vero che “più scuro di mezzanotte non può fare”, ma qui stiamo davvero esagerando.
Non è la prima volta che Catania vive momenti assai negativi dal punto di vista amministrativo. Come possiamo dimenticare quando, per colpa della mala amministrazione, è rimasta per mesi letteralmente al buio senza risorse per pagare le bollette e con i dipendenti in piazza perché non ricevevano il loro stipendio?
Oggi però la situazione è più grave. Rischiamo di abituarci pericolosamente a piazze e vie sporche, alla mancanza di manutenzione di strade e scuole, ad un numero palesemente insufficiente di autobus in servizio, nonostante i mezzi ci siano; all’assenza di vigili urbani, alle aziende che non investono più in quella che era la Milano del Sud, con le devastanti ricadute sull’occupazione. Non stupiamoci se i nostri ragazzi vanno via.
Ho incontrato ed ho parlato con tantissimi cittadini in questi mesi. Giovani studenti, uomini, donne, anziani. Dalla periferia, al centro storico. Chi preoccupato e sfiduciato per le condizioni della città, chi pieno di idee e voglia di impegnarsi. Tutti, però, spesso con un affetto commovente, mi hanno rivolto la stessa richiesta, a prescindere se il loro voto fosse a destra, a sinistra o al centro: far sì che Catania venga ben amministrata con competenza e rinasca.
Non posso nascondere di provare un sentimento di rabbia nel vedere Catania così deturpata ed i Catanesi sfiduciati. Non accetto che il 70-80% dei nostri ragazzi vedano il loro futuro lontano, in fuga al Nord o all’estero, sia prima che dopo essersi laureati. Non sopporto constatare che negli ultimi 5 anni non è stata inaugurata neanche una nuova stazione della Metropolitana. Neanche un nuovo pezzettino di Corso Martiri della Libertà o i tanti alloggi a Librino finanziati ma non ancora assegnati a chi ne ha diritto. E lo stesso potrei dire per i mille progetti già finanziati e cantierabili. Tutto drammaticamente fermo.
Ho preso questa decisione con la consapevolezza che, pur nell’attuale grave situazione, Catania, distrutta e ricostruita molte volte nella sua storia millenaria, ha la forza, la potenzialità e l’energia per risollevarsi. E mai come oggi queste energie devono essere a tutto campo, espressioni di un impegno che vada oltre le appartenenze, senza i tatticismi che spesso contraddistinguono questa fase. Ecco perché mi candido con un grande progetto, forte e solido, che in questi mesi è nato e si è sviluppato grazie a numerose interlocuzioni.
Un progetto realmente civico, non certo contro i partiti, verso cui ho il massimo rispetto e che potranno, se vorranno, unirsi in questa sfida. Sviluppato e si svilupperà utilizzando il meglio che la città può offrire in ogni settore (produttivo, sindacale, professionale, associativo, culturale) al di là degli schieramenti politici. Lancio un appello alle forze politiche di ispirazione riformista, progressista e moderate, moderate e a chi in passato ha fatto scelte diverse dalle mie ma comprende che il futuro della città viene prima di tutto. Ma anche alle personalità che hanno dato disponibilità ad impegnarsi per il riscatto della Città, ad unire le energie. Con le uniche discriminanti che saranno il bene di Catania, la legalità, la competenza e la voglia di impegnarsi.
Mi candido con la massima umiltà e con la mia storia. Mettendo a disposizione della città la mia esperienza, la mia competenza, le mie relazioni ma soprattutto il mio impegno. Sento il dovere di lavorare a due obiettivi: rimettere sulla giusta direzione Catania, rilanciandola sotto tutti i punti di vista, ed aiutare una nuova classe dirigente a guidare la città quando completerò il mio mandato, se i catanesi me lo concederanno. Nuovi amministratori, alcuni già con importanti esperienze, che legittimamente vogliono impegnarsi da subito e con i quali, già da domani mi auguro, sarò felice di lavorare: mai come in questa occasione sarà necessario declinare un vero gioco di squadra, per il presente e per il futuro. Occorre il supporto e l’aiuto di tutti ma, in maniera particolare, quello dei giovani con l’obiettivo che, una volta cominciato il reale risanamento della Città, possano avere finalmente un ruolo di primo piano e condurre Catania verso la rinascita e il ruolo nazionale e internazionale che le compete di diritto.
Non possiamo più perdere tempo, occorre intervenire in modo serio, rigoroso e competente. Come dicevano i vecchi capitani in mare quando la loro nave era immersa nella nebbia: “friscamu e avanti tutta”. Mettiamoci a lavoro!».
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