Entrate tributarie fantasma sul bilancio della Regione
PALERMO – Tra i crediti inesigibili, i cosiddetti residui attivi, una massa cartolare di 15,2 miliardi che da un decennio “droga” il bilancio della Regione ci sono 3,3 miliardi di “entrate tributarie fantasma” che secondo la Corte dei Conti “potrebbero dover essere cancellati, cumulativamente, nel corso del corrente anno o in quello successivo”. L’allarme emerge dalla relazione che il presidente della Corte dei Conti-sezioni riunite, Maurizio Graffeo, ha depositato stamani in commissione Bilancio dell’Ars, nel corso di una audizione, cui hanno preso parte il governatore Rosario Crocetta, il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone e i dirigenti della Regione e dell’Assemblea che si occupano di bilancio. Per i giudici contabili “risulta di tutta evidenza come la problematica dei residui attivi si sposti, invero, sul piano della consistenza dei fondi destinati a compensare in un ottica di mantenimento dell’equilibrio finanziario, la cancellazione dei suddetti crediti”.
Ed è in questo contesto che si inquadra l’accordo firmato con lo Stato, che coinvolge la Sicilia ma anche altre Regioni, che consente di spalmare la ‘copertura’ in dieci anni. Per renderlo operativo serve un’apposita norma regionale che recepisca il decreto legislativo 201 del 23 giugno del 2011 nella parte che riguarda proprio i conti pubblici. Il governo Crocetta proporrà la norma nella manovra bis da approvare entro il prossimo luglio. In base all’accordo con lo Stato, la Regione dunque dovrà trovare ogni anno, a partire dal 2015 e fino al 2025, oltre 300 milioni di coperture da destinare al fondo indisponibile a garanzia dei crediti inesigibili, fino al raggiungimento del plafond di 3,3 mld. L’ammontare dei crediti-erariali inesigibili è stato calcolato dal Dipartimento finanze e credito della Regione dopo avere acquisito i dati contabili dalla società Riscossione Sicilia Spa: si tratta di 740,3 milioni di crediti inferiori a 2 mila euro e 2,58 mln superiori a 2 mila euro.