Palermo, 23 Gennaio 2013 – In questo periodo, con le elezioni politiche alle porte, si fa un gran parlare di questo o di quel politicante – il “nuovo che avanza” – e delle tecniche, più o meno lecite, per racimolare voti.
Jospeh de Maistre diceva che “Ogni nazione ha il governo che si merita”. E l’Italia, indubbiamente, non fa eccezione. E se è vero che “i politici sono lo specchio del paese”, in Italia non fanno eccezione neanche (alcuni) professionisti.
Ancora più alle porte delle politiche, ci sono le elezioni dell’Enpap, l’Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza per Psicologi, cominciate ufficialmente stamattina tramite il voto per corrispondenza presso i notai, che terranno i loro studi aperti agli psicologi delle province fino a venerdì 25 gennaio. Da sabato 26 gennaio a venerdì 1 febbraio si voterà, invece, nei seggi allestiti nei capoluoghi di regione… quelli siciliani compresi.
Proprio in Sicilia capita che uno degli psicologi chiamati alle urne riceva una e-mail come questa (di cui noi pubblichiamo le parti più “salienti”), firmata da uno dei candidati.
“(…) se non dovesse arrivare (il plico elettorale per il voto postale, n.d.r.), si può votare dai notai o nel seggio territoriale di Palermo. In ogni caso, non è consigliabile inviare singolarmente i plichi votati, perché si potrebbero perdere. Ho previsto di affidare tutti i plichi che mi giungeranno entro il 24/01 a una collega che il giorno dopo li consegnerà al Presidente del Seggio Centrale. Mi sto organizzando affinché qualcuno possa ritirarli nelle varie città in cui siete. Certamente, però, è utile che in ogni città siano consegnati alla medesima persona, affinché il ritiro sia più semplice. Fatemi sapere man mano sull’evoluzione della raccolta. (…)”.
In poche parole, per le elezioni di questo Ente – balzato agli “onori” delle cronache per scandali come quello relativo all’acquisto del palazzo di via della Stamperia, a Roma – è possibile che un candidato possa chiedere ai “suoi” elettori di raccogliere i plichi elettorali consentiti ai fini del voto postale e consegnarli a una persona di sua fiducia che provvederà a farli avere al Presidente del Seggio Centrale.
Peccato che, tra i destinatari della mail sopracitata, non ci sia un suo elettore, ma una persona stanca di certi giochetti che, a patto di rimanere anonima, ha stampato il messaggio incriminato, lo ha scannerizzato e ce lo ha inviato per posta elettronica.
Dato che abbiamo deciso di garantirle l’anonimato, abbiamo dato la stessa possibilità all’incauto autore del testo pubblicato. Regolamento elettorale dell’Enpap alla mano, però, abbiamo notato le seguenti incongruenze tra quanto scritto dal candidato in questione e quanto stabilito dal regolamento stesso.
Articolo 10:
Comma 6) (…) L’elettore per corrispondenza fa pervenire per posta la propria scheda al Presidente del seggio elettorale centrale, prima della chiusura delle votazioni, in busta chiusa. (…) L’elettore per corrispondenza si assume i rischi dovuti a eventuale ritardo di consegna delle schede o al suo smarrimento.
Come dire? La possibilità di esercitare il proprio voto per corrispondenza è un diritto degli psicologi che non possono direttamente recarsi al seggio, ma è anche loro dovere assumersi i rischi che questo comporta. In netto contrasto con questo regolamento c’è la richiesta, per di più da parte di un candidato, di farsi consegnare i plichi elettorali e affidarli, poi, a una terza persona “che il giorno dopo li consegnerà al Presidente del Seggio Centrale”.
Dello stesso tenore, appare un’altra segnalazione che ci è giunta. Una psicologa si sarebbe, infatti, offerta di andare dal notaio della sua provincia (sempre in Sicilia) per consegnare il plico elettorale di una collega. La stessa che ci ha mostrato la conversazione avvenuta tramite la posta privata di un social network.
Ma la cosa ancora più grave è contenuta in altra e-mail, inviata sempre dallo stesso incauto autore di cui abbiamo parlato poc’anzi con, in copia (per conoscenza) persino il presidente dell’Enpap, Angelo Arcicasa (indagato per truffa aggravata e (ri)candidato nel Cda dell’Ente).
Quello che scrive fomenta le voci di corridoio su una lista di psicologi candidati che avrebbe addirittura promesso soldi ai colleghi convocati per “assistere” i votanti all’interno degli studi notarili.
I rumors dicono che questi “assistenti” dovrebbero essere pagati con fondi stanziati proprio dall’Enpap.
Citiamo testualmente:
“(…) su sollecitazione da parte dei vertici della nostra Cassa, cui è indirizzata anche questa e-mail, da tempo ho segnalato la vostra disponibilità a collaborare per quanto concerne l’espletamento del voto presso gli studi notarili. Oggi mi è stato comunicato che emergono difficoltà amministrative perché pare che i notai, a livello nazionale, non abbiano accettato questa collaborazione. Mi è stato anche detto che la collaborazione non viene interrotta, nel senso che può essere espletata in qualunque modo si possa facilitare l’accesso al voto da parte degli iscritti (ad esempio, telefonando ai colleghi o sostando per un po’ presso lo studio del notaio, ecc.) e che verrà riconosciuto quanto pattuito per tale impegno, attraverso una lettera che vi potrà essere trasmessa dopo i primi del mese di febbraio”.
La fonte del pagamento non emerge dalla e-mail, ma un’altra e-mail giunta in redazione (e pubblicato in alto, a sinistra) ci mostra la richiesta fatta da Federico Zanon, consigliere del Cig (Centro d’Indirizzo Generale) e membro di AltraPsicologia, al già citato Angelo Arcicasa e a Massimo Muzzin, direttore dell’Enpap.
Nella e-mail, Zanon chiede ai due “tutte le delibere del CDA relative alle elezioni 2013 per il rinnovo degli organi statutari”. A oggi, non ha ancora ricevuto risposta.
Ma, neanche a dirlo, sempre “il nostro ormai famoso incauto autore” scrive ai suoi colleghi:
“(…) Vi possiamo assicurare che, finite le elezioni, pretenderemo l’attuazione degli impegni assunti verso di voi, con il pagamento delle vostre spettanze. Vi prego di continuare l’impegno fin ora manifestato, affinché, vinte le elezioni, si possa travasare nella gestione della Cassa uno stile organizzativo adeguato”.
Adeguato a cosa esattamente, non è ancora dato saperlo.
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