Ancora una volta l’Ente Parco è in prima linea per affrontare il problema del sovrappopolamento di suidi nelle Madonie. Un fenomeno ormai radicato che ha avuto origine ancor prima dell’istituzione dell’Ente di protezione ambientale e che gli uffici del Parco hanno dovuto affrontare fin dai primissimi anni. Per lungo tempo, a causa di una drammatica carenza normativa, l’Ente Parco si è dovuto limitare ad occuparsi degli indennizzi ma non ha mani rinunciato ad un ruolo più attivo ed efficace riuscendo, nel 2010, a dotarsi di un Piano di Gestione per il “selecontrollo” di questa specie ibrida ed oltremodo dannosa.
“Il Parco è pioniere in Sicilia per la soluzione di un problema che purtroppo si riscontra in tantissime altre aree della regione – afferma il funzionario Alessandro Scelfo – Ci siamo dotati di un piano di gestione ben 11 anni fa, ma allora la normativa regionale vietava agli enti parco di intervenire con attività di cattura o abbattimenti sulla fauna selvatica, doveva occuparsene per legge la ripartizione faunistico venatoria. Dopo tanti tentativi nel 2015 la Regione ha finalmente esitato la legge che dava attuazione al nostro Piano di Gestione. Ma c’era una grave carenza di fondi – prosegue Scelfo – quelli messi a disposizione della Regione sono bastati per formare i primi 30 selecontrollori e per comprare qualche chiusino. Poi c’era un problema sulla utilizzazione dei capi abbattuti che dovevano andare tutti in beneficienza. Adesso, dopo tanti sforzi dei nostri uffici, e dopo aver superato tante impugnative, la Corte di Costituzionale ha consentito la piena operatività del piano di gestione, consentendo anche la commercializzazione dei capi abbattuti, dopo un rigoroso controllo sanitario. Ci eravamo organizzati per partire a settembre con i nuovi corsi di formazione, poi a causa Covid ci siamo dovuti fermar e finalmente stiamo riprendendo adesso.”
“Possiamo finalmente dire ad alta voce che le attività per risolvere il problema dei suidi nelle Madonie sono pienamente operativa – afferma il presidente dell’Ente Parco Angelo Merlino – già prima del periodo estivo, grazie ai primi 30 selecontrollori formati nel 2016 abbiamo avviato le prime attività, riuscendo ad abbattere 121 capi. Dopo la pausa estiva riprenderemo con maggiore forza grazie alla formazione di altri 60 selecontrollori. Intanto abbiamo acquistato 10 nuovi chiusini di cattura, 6 gabbie da affidare ai privati, recinti elettrificati, mangimi per attirare i suidi e foto-trappole per controllare i loro movimenti. Ci vorrà del tempo, ma finalmente ci sono tutte le condizioni per porre rimedio a questo problema che ha causato danno enormi”.
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