ROMA (ITALPRESS) – E’ emergenza plasma in Italia. Il Paese non è ancora autosufficiente ma il sangue è necessario per molti pazienti, che ora subiscono le conseguenze della carenza.“Il problema sangue è diffuso in tutto lo stivale”, ha spiegato in un’intervista all’Italpress Alessandro Segato, presidente dell’Associazione Aip (Associazione Immunodeficienze Primitive). “Attualmente – prosegue – non riusciamo a raggiungere l’autosufficienza che per anni è stata inseguita. Questo per via di una maggiore richiesta di prodotti plasmaderivati da parte di più patologie. In questo momento diventa un grosso problema per chi ne usufruisce”, ha aggiunto.Per i pazienti, quindi, le conseguenze “sono enormi”. Hanno bisogno “di plasmaderivati e di prodotti emoderivati non soltanto i pazienti con immunodeficienza ma un gran numero di coloro che hanno malattie rare”, ha sottolineato Segato. “Per alcuni il prodotto – ha continuato – è un salvavita, per altri no, però hanno comunque conseguenze veramente importanti. Anche altre associazioni sono molto preoccupate: ci sono alternative terapeutiche ma chiaramente le immunoglobuline aiuterebbero meglio le terapie”.Ci sono anche differenze territoriali. “Da nord a sud – ha spiegato Segato – abbiamo macchie di leopardo. In alcune regioni, dove c’è stata una programmazione e dove c’è maggiore sensibilizzazione, abbiamo pazienti con i prodotti mentre in altri luoghi ci sono carenze al punto che è stato necessario diminuire la posologia delle immunoglobuline, per esempio, per i pazienti con immunodeficienza”.Anche il Covid ha contribuito a determinare questa situazione. “La carenza di plasma – ha affermato il presidente dell’Associazione Aip – inizialmente ha avuto uno strascico della pandemia, perchè le persone andavano a donare con meno continuità, era difficile uscire di casa e c’erano molte paure. Poi questo è stato superato e non è stato più un problema. Invece, il problema della pandemia è legato maggiormente al prodotto plasmaderivato commerciale, cioè proveniente dall’estero: l’Italia, per la parte in cui non è autosufficiente, compra soprattutto dagli Stati Uniti. E gli Stati Uniti, durante la pandemia, hanno avuto un calo del 40%”.Per risolvere il problema della carenza del plasma, quindi, per Segato lo Stato italiano dovrebbe “rendersi conto che il sangue è una risorsa strategica per il Paese, perchè ci sono tantissimi pazienti che ne usufruiscono. Quando lo Stato riconosce che il sangue è un bene fondamentale – ha aggiunto -, bisogna avviare campagne appropriate per sensibilizzare la donazione. Spesso le persone immaginano che la donazione del sangue sia legata a un’operazione chirurgica, un incidente, per cui le sacche di sangue servono a quello. Invece tante volte serve per donare la vita a pazienti che ne hanno bisogno. Il mio – ha concluso – è anche un appello alle istituzioni, perchè prendano seriamente in mano questo problema”.
-foto Agenzia Fotogramma –
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