Emergenza incendi in Sicilia tra carenza di mezzi e personale

Arriva il grande caldo e l’emergenza incendi in Sicilia ritorna in primo piano. Lo spegnimento degli incendi in Sicilia è reso difficile a causa di una grave carenza di mezzi e personale.

La Sicilia tra i vari problemi registra anche grandi difficoltà per gli spostamenti su strada. “Si registra ormai da due anni una carenza del 20% in media di personale ed in particolare di capi squadra e reparto. In totale i vigili del fuoco in Sicilia sono 3.000 ma il 20% lavora in settori amministrativi e l’età media è di 47 anni”, spiega il segretario regionale del Conapo Giuseppe Musarra.

Carenze di personale

Tra le emergenze anche la carenza di personale nei servizi di elisoccorso e personale specializzato per l’emergenza chimico batteriologica. Il nucleo dell’elisoccorso è attivo solo a Catania per tutta l’Isola. Ci sono inoltre solo un centinaio di vigili con la qualifica Nbcr (nucleo batteriologico chimico radioattivo).

Il Conapo solleva anche la questione relativa al nucleo sommozzatori “ Anche le squadre di vigili sommozzatori che intervengono in mare hanno due soli distaccamenti in Sicilia- sipiega Musarra – uno a Palermo con un turno diurno e uno notturno e uno su Catania solo con un turno diurno”.

Un concorso per 200 unità

Per risolvere il problema della carenza di personale in il Ministero degli Interni ha intenzione di bandire un concorso per 200 posti. Ma vi è tanto personale precario e volontario, circa 6.500 stagionali, che vengono chiamati solo per alcuni giorni l’anno, che chiede da anni una stabilizzazione e si oppone ad un concorso.

 

Manca un lavoro di prevenzione

Anche gli operatori dell’antincendio boschivo regionale hanno le loro rivendicazioni. Il presidente del Movimento antincendio boschivo Salvatore Ferrara spiega che già da due anni hanno richiesto d’iniziare a lavorare un mese prima. “Il nostro lavoro ufficialmente inizia il 15 giugno. Ma proprio quest’anno l’emergenza incendi si è manifestata in concomitanza delle attività di inizio di formazione degli operai tra il 15 e il 16 di giugno. Da tempo il sindacato Mab chiede alla Regione di iniziare il lavoro di prevenzione degli incendi boschivi almeno il 15 di maggio, ma la richiesta non è stata finora accolta”.
Anche qui si registrano carenze di mezzi e mancanza di una dorsale radiofonica.

Le parole dell’assessore Cracolici

Una risposta su questo fronte e sulla questione dello svecchiamento del corpo forestale viene dall’assessore regionale all’Agricoltura, Antonello Cracolici che precisa: “Abbiamo previsto una legge di riordino del settore forestale attraverso un coordinamento strategico più stretto tra il Dipartimento Sviluppo Rurale dell’assessorato Agricoltura che ha la competenza della prevenzione incendi e il Corpo Forestale che fa capo all’Arta, che invece si occupa di antincendio. La riforma prevede nuovi servizi di prevenzione civile e tutela e del patrimonio boschivo e nuovi criteri di impiego della forza lavoro che ieri sono stati illustrati al Ministro Poletti assieme ad alcune opzioni per la realizzazione di un piano di incentivi per la fuoriuscita volontaria dei lavoratori forestali over 60 dal bacino”.

 

Competenze divise tra due assessorati

A occuparsi di incendi (nelle fasi diverse della prevenzione e dell’intervento) sono due assessorati diversi: quello dell’Agricoltura guidato da Antonello Cracolici e quello del Territorio – cui fa capo il Corpo forestale – al cui vertice siede l’assessore Maurizio Croce.

 

In organico mancano circa 400 operatori. La mancata programmazione ha consentito a operai che potevano scegliere tra l’impiego nelle attività di manutenzione e quelle nell’anticendio, di optare per le prime, solo perché le seconde attività non erano state avviate: insomma, gli operai hanno preferito “assicurarsi” il contratto, per evitare sorprese, anche a costo di rinunciare a circa 200 euro in busta paga.