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Elezioni regionali Sicilia: archiviato il bipolarismo, ma 47 simboli sono troppi

di redazione

Lo spezzatino della politica siciliana: così potrebbe definirsi l’avvicinamento alle nuove elezioni regionali in Sicilia. L’obiettivo è di stupire o per meglio dire di confondere il cittadino e l’attuale categoria di politici mostra maschere che nulla di buono inducono a pensare per il futuro di questa regione, martoriata dall’incuria per la “res” propria e danneggiata profondamente nell’immagine.  Ci si avvia per la strada che porta alle elezioni con un ex governatore, Salvatore Cuffaro, in carcere per aver avuto contatti con esponenti mafiosi e con l’attuale presidente dimissionario, Raffaele Lombardo, costretto a fare un passo indietro per difendersi dalle accuse dei magistrati. In questo clima di sfiducia generale, tra fantasiosi slogan new age che invocano una “nuova luce” e richiami a “liste pulite”, come se non dovesse essere la base morale della nostra democrazia, ci si avvicina alle elezioni del 28 ottobre con una certezza: il bipolarismo tanto decantato e che tanto ha “ideologicamente” spezzato l’Italia è morto.

Di contro sono stati presentati 47 simboli, ma come ha fatto notare Davide Giacalone, di LeAli alla Sicilia, “non ci saranno 47 liste, ma il problema – continua Giacalone – non è l’eccesso di offerta politica (magari!), ma la sua estrema povertà. Al punto che la gran parte degli elettori si propongono di non andare a votare. Il cambiamento dipende da una sola cosa: dal ritorno alle urne della maggioranza dei siciliani, non tutti ridotti a plebe clientelare, non tutti rassegnati alla rovina”. Giacalone parla anche di “forze politiche prive d’idee, ma non prive di brame” che temono i tagli alle spese perchè da essa “dipendono molti interessi, compresi quelli dei più influenti gruppi economici ed editoriali presenti nell’Isola”. 

Negli anni passati le banche concedevano “crediti illimitati” dietro “forti raccomandazioni” ed in Sicilia questa forza ha sempre avuto un solo nome. Una tesi che sicuramente lascia riflettere le piccole realtà editoriali, come la nostra, che informano libere da condizionamenti. 

Redazione

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