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Elezioni Regionali. L’astensione potrebbe essere fatale.

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di redazione

di Federico Orlando.
Finalmente si vota, in Sicilia si va alle urne per rinnovare il Parlamento ed il Governo. Dal prossimo lunedì l’isola avrà un nuovo presidente sul quale gli isolani riversano tutte le speranze, tutti i propositi ma anche tutte le paure che hanno contraddistinto la società siciliana negli ultimi anni, aspettative che probabilmente renderanno al nuovo Governatore, la vita quasi impossibile. Dopo Cuffaro, finito malissimo e Lombardo che praticamente non ha mai iniziato, malgrado quattro lunghi anni, dal nuovo Presidente ci si aspetta tanto, sicuramente troppo per le condizioni economiche dell’Isola che difficilmente potranno essere risanate, se non con una grande serenità e con tanta pazienza, qualità che difficilmente potranno accompagnare il nuovo governo, nel suo percorso amministrativo. A complicare ancor di più l’attività della nuova amministrazione regionale, potrebbe essere la bassa affluenza alle urne e la frammentazione dei consensi, che potrebbero determinare, a danno di chiunque venga eletto, una maggioranza troppo risicata in Parlamento che non permetterebbe di governare con la dovuta serenità. Il rischio concreto è di perdere altro tempo e di ritornare presto a votare. I candidati presidenti sono addirittura dieci: Nello Musumeci espressione del centrodestra ex presidente della Provincia di Catania, Rosario Crocetta del centrosinistra ex Sindaco antimafia di Gela, Gianfranco Miccichè, ex pupillo di Berlusconi che lo ha pure nominato sottosegretario nel suo governo, Giovanna Marano sostituta di Claudio Fava escluso per un vizio di forma, sostenuta da Di Pietro e Vendola. Poi ci sono altri candidati di cui in pochi si ricordano, come Giacomo Di Leo, del partito comunista dei lavoratori, Lucia Pinsone dei Volontari per la Sicilia, Cateno De Luca, istrionico deputato uscente, Gaspare Sturzo Pm antimafia, Mariano Ferro, leader dei Forconi che lo scorso maggio hanno bloccato la Sicilia per protestare contro il caro benzina e le tasse. Discorso diverso va fatto per Giovanni Carlo Cancelleri, leader degli indignati siciliani che chiedono l’abolizione dei privilegi della casta politica. Lui è il candidato di Beppe Grillo, che in Sicilia sta incantando le folle al grido di vaffa ai politici, di ogni ordine e grado. Se Cancelleri dovesse trasformare in voti le simpatie che sta riscuotendo il suo mentore, potrebbe essere un potenziale presidente, ma ma non è Grillo, che a torto o a ragione riscuote successo nelle piazza e questo alla fine potrebbe penalizzarlo. Mai come in questa tornata le elezioni sono difficili ed incerte, ma anche questa volta la Sicilia rappresenta un laboratorio per le prossime politiche nazionali. I risultai di lunedì saranno comunque molto importanti per la Sicilia, che deve assolutamente tornare ad essere amministrata per uscire dal limbo in cui è sprofondata, ma anche per l’Italia intera, che dai risultati dell’Isola, potrebbe capire se esistono ancora partiti ed uomini in grado di ridare speranza agli italiani. L’unica certezza è che il numero delle astensioni sarà troppo alto, motivato sicuramente da tanta ignoranza, ma anche dalla sfiducia causata dal mondo politico, che negli anni ha curato esclusivamente i propri interessi.

Redazione

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