di redazione
Il controllo dei Nas e la conseguente richiesta di adeguamento strutturale stanno portando alla chiusura del centro multiculturale per l’infanzia ‘La Casa di tutte le genti’. Fabrizio Ferrandelli, candidato a sindaco della città di Palermo, ha organizzato questo pomeriggio, presso la sede della struttura, in via Luigi Razza 15, una conferenza stampa e a seguire una tavola rotonda con gli esponenti del terzo settore per trovare una soluzione immediata ed evitare che 55 bambini da 0 a 5 anni finiscano davvero in mezzo ad una strada. ‘Il centro, nato dalla volontà e dalla tenacia di alcune mamme del quartiere ‘ precisa Fabrizio Ferrandelli ‘ offre assistenza a tantissimi bambini, che altrimenti non saprebbero dove stare. Una struttura che vive grazie al volontariato e alle donazioni di benefattori privati e che, nonostante tutti gli sforzi possibili, non può garantire un’assistenza tale da definirsi un asilo in piena regola, così come preteso dagli agenti del Nas. Ben vengano i controlli, ma a patto che questi servano a offrire un servizio migliore e non invece a provocarne la chiusura definitiva. In una città dove le mamme sono costrette ad organizzarsi per sopperire alle mancanze di un’Amministrazione sorda e cieca di fronte alle necessita dei suoi cittadini, siano essi palermitani di nascita o di adozione – continua Ferrandelli – è inconcepibile che si pensi di chiudere una delle poche strutture funzionanti. Un centro in grado di dare un aiuto concreto alle tante famiglie immigrate, molte delle quali monoparentali, che non riescono a iscrivere i propri bambini negli asili comunali, non si possono permettere quelli privati o il pagamento di baby sitter. Nei giorni scorsi – aggiunge – si è riunita in Prefettura la Commissione bicamerale per discutere delle criticità legate ai temi dell’infanzia. Ed è questa la risposta’ Il mio appello va prima di tutto alle istituzioni – aggiunge ‘ affinché trovino una soluzione definitiva per permettere anche a queste famiglie di lavorare serenamente senza avere il problema dell’affidamento dei propri bambini. Nel frattempo che l’Amministrazione si accorga di queste realtà, noi continuiamo a muoverci con la rete sociale che abbiamo costruito in questi anni. Sono infatti certo della solidarietà degli altri centri, Ubuntu, il Giardino di Madreteresa e Santa Chiara per tamponare una situazione d’emergenza. Ma mi auguro che situazioni come queste non si ripetino più. Gli asili nido a Palermo ‘ ricorda Ferrandelli – sono 26 e accolgono solo 981 bambini a fronte di 2.098 domande presentate: il 46,76% dei bambini, le cui famiglie hanno fatto domanda, riesce a frequentare il nido comunale. I bambini da 0 a 3 anni, sono 20.000 di cui 15.000 potenziali utenti degli asili nido. In base a quest’ultimo dato, solo il 6,47% dei bambini riesce effettivamente a frequentare un nido comunale. In altre parole 6 bambini su 100. Una situazione insostenibile che si ripercuote pesantemente sull’organizzazione della vita delle famiglie palermitana con grave danno per la vita lavorativa e sociale delle donne (1 su 2 deve abbandonare il lavoro o svolgere attività precarie per non poter lasciare in ambiti adeguati i propri figli). Per questo motivo ‘ precisa Ferrandelli – nel mio programma c’è una sezione interamente dedicata ai servizi all’infanzia. Prevista una serie di interventi, come l’aumento delle strutture in grado di rispondere a tutte le richieste e non solo ad una piccola percentuale, l’adattamento delle strutture esistenti, per esaurire entro l’anno prossimo le liste d’attesa per asili nido, scuole materne, doposcuola, e tempo pieno, l’individuazione delle forme di sostegno e coinvolgimento di strutture private, case, luoghi di lavoro, in grado di ospitare durante le ore diurne, i bambini in età prescolare, con la partecipazione attiva dei genitori o di componenti adulti della famiglia debitamente formati alla cura di bambini, in grado di rispondere alla ‘domanda inespressa’ di asili nido, scuole materne e doposcuola’. Pronta la risposta delle associazioni del terzo settore. “Questi bambini – dichiara Claudio Arestivo, coordinatore di Link-Officine Mediterranee – non possono finire per strada. Le altre strutture si divideranno i bambini, ma solo temporaneamente. Concordiamo infatti sulla necessità che a trovare una soluzione definitiva sia l’Amministrazione comunale, attraverso l’erogazione di servizi adeguati”.
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