di redazione
“Perdo tra gli apparati e stravinco tra la gente”: una frase che è forse la cifra generale di questa candidatura. Da sempre il mio lavoro è andato nella direzione del dialogo con i cittadini: incontrare la gente, parlarci, ascoltarne le esigenze, condividere emergenze e desideri. E poi, dentro le aule di consiglio, portare tutta l’energia raccolta per strada, conducendo battaglie che ho ritenuto giuste, necessarie. Perché la casa di un sindaco è la “piazza”: governare dalle camere di palazzo, in mezzo a scartoffie e strategie di partito, è roba che sa di muffa. L’Italia sta cambiando, tocca a noi, professionisti delle nuove generazioni, spingere e fomentare questo cambiamento. “Dei quattro candidati alle primarie sono l’unico che saprebbe subito dove mettere le mani. Doipo dieci anni a Palazzo delle Aquile so tutto dei bilanci, so cosa è utile alle società partecipate. E non ho paura di perdere voti se dico che con me scompariranno i parcheggiatori abusivi, che ci saranno più vigili sulle starde, che entreranno i privati nelle partecipate. Perché se vinco io, cambia tutto”.
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