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Elezioni anticipate: no, grazie

Sotto spinte insensate e maniacali, gruppi politici dell’opposizione teorizzano la necessità inderogabile di accantonare il programma delle riforme e della nuova legge elettorale per una anticipata consultazione elettorale. Anche se il quadro politico è caotico e quasi kafkiano, con navigazione a vista, il ricorso alle urne, senza le riforme, si configura come: mera follia ! Questa possibilità, che prende sempre più consistenza, ha mobilitato gli istituti di sondaggio per stabilire, sul piano numerico, l’opinione degli elettori (i pochi rimasti), in termini di consensi, sulle forze politiche. Quasi all’unisono gli ultimi sondaggi hanno dato questi risultati: conferma dell’aumento dell’astensionismo; PD primo partito seguito da: M5s, FI, Lega Nord, Sel + Sinistra + Verdi, Ncd + Udc e, a seguire, tutti gli altri partiti con percentuali irrilevanti. L’avveramento di un simile risultato confermerebbe il peggioramento dell’attuale situazione perché vedrebbe Renzi si, certo vincitore, ma con un ridimensionamento, in basso, dei consensi, e quindi delle sue capacità operative. Sic stantibus, le prospettive di ripresa già deboli e poco incoraggianti, andrebbero totalmente a ramengo.

Il paese è stato aggredito da una devastante metastasi che ha un unico focolaio d’origine: la cattiva politica che, per come opera da più di un ventennio, con totale mancanza di determinazione e di capacità di scelte specifiche, ora fa rischiare al paese un tragico default. La politica ha subito un processo di sublimazione che ha indebolito il suo ruolo e la capacità di dare risposte credibili ed esaustive alla enorme massa di problemi. Con una impietosa e dolorosa liturgia si possono enumerare i più gravi, capaci di effetti devastanti, sul piano della qualità della vita dei cittadini, e che sono: debito pubblico sempre in continua ascesa, Pil trimestrale sempre in negativo, produzione industriale in ribasso, fallimento di migliaia di aziende, enorme tasso di disoccupazione e contrazione dei consumi anche sul piano alimentare. Questi e tanti altri fattori negativi, in concorso tra loro, che hanno colpito i gangli più importanti del paese, alimentano il disagio sociale che può sfociare in pericolose derive per lo stato democratico. La politica si muove in questo contesto con totale mancanza percettiva della gravità dei problemi. Ma non solo: essa è più dedita alla tutela delle posizioni ideologiche con esercizi retorici e demagogici borderline con la paranoia, che non alla tutela dei sacrosanti diritti dei cittadini.

Dopo quanto premesso, è lecito chiedersi: entro i limiti di quello “placebo” quale altro effetto possono dare le elezioni anticipate senza le riforme strutturali ? Nessuno ! Ed è paranoico pensare a soluzioni di questo genere. Comportamenti simili sono deleteri della buona politica perché sostitutivi del suo migliore ingrediente che è: la dialettica costruttiva sul piano del confronto e delle possibili intese.

Ettore Vinciguerra

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