Elettrodotto Sicilia-Calabria , 700 milioni di investimento fermi per un traliccio
Per avere un’idea chiara di come l’incrocio perverso fra burocrazia, eccesso di norme e funzionamento della giustizia, può incidere sulle scelte economiche basta riportare le vicende dell’elettrodotto lungo 105 chilometri (di cui 38 nel tratto sottomarino), con una potenza trasportata fino a 2.000 megawatt realizzato da Terna Rete Italia<, con un investimento di 700 milioni di euro per modernizzare la linea elettrica tra Sicilia e Calabria. L’infrastruttura, che collega la stazione elettrica di Rizziconi (Calabria) con quella di Sorgente (Sicilia), e che consentirebbe all’isola di avere accesso a un’energia più economica, è quasi ultimata e l’inaugurazione è prevista tra pochi mesi. Ma al momento è tutto fermo per il sequestro, deciso dalla magistratura di Messina, di uno dei tralicci dell’alta tensione: il palo numero 40, realizzato sul crinale del Monte Raunuso in contrada “Serro Tondo”, nel comune di Saponara. Violazione delle norme di salvaguradia previste dal Piano paessaggistico, è questa la motivazione del sequestro, con il piccolo particolare che la società Terna ha ottenuto tutte le autorizzazioni necessarie nel 2010,cioè prima dell’approvazione del Piano paesaggistico che sarebbe stato violato. Ad aprire un’inchiesta penale, lo scorso febbraio, era stata la Procura di Messina dopo aver accolto una vecchia denuncia dell’associazione Mediterraneo Natura. Peraltro contro l'installazione si è schierato un comitato cittadino nato a Saponara che sostiene la pericolosità delle onde elettromagnetiche e l'inaffidabilità dello studio tecnico presentato da terna circa l'assenza di pericolo per le popolazioni, in quanto sarebbe viziato da un palese conflitto di interessi. L'unica certezza è che in attesa della conclusione della vicenda giudiziaria, Terna non potrà smantellare i 170 km di vecchie linee elettriche (di cui 87 in territorio siciliano) e la Sicilia continuerà ad essere mal collegata con costi aggiuntivi per tutti i consumatori di energia elettrica in Italia. Si tratta di circa 600 milioni di sovraccosti ogni anno. Finora, l’inefficienza della rete sarebbe costata alla collettività, 4,5 miliardi di euro.