Edoardo Bennato e Orchestra Sinfonica Siciliana. E’ l’evento principale dell’Estate in Musica dell’Orchestra Sinfonica Siciliana. Martedì 23 luglio alle ore 21 a Palermo al Teatro di Verdura è di scena Edoardo Bennato e l’Orchestra Sinfonica Siciliana. E’ lo spettacolo “Da Rossini al rock”, già proposto con grande successo al Teatro San Carlo di Napoli.
Con il cantautore napoletano ci saranno anche il soprano Maria Chiara Chizzoni e il chitarrista Giuseppe Scarpato. L’Orchestra sarà diretta da Raffele Lopez. Bennato proporrà alcune “hit” che lo hanno reso celebre fin dai primi anni ’70. Si tratta di brani d’esordio e altri più recenti del cantante che ha lasciato un segno nella storia della canzone d’autore italiana. Da “Un giorno credi” a “Capitan Uncino”, da “Dotti, medici e sapienti e poi anche “Non farti cadere le braccia”.
Quest’ultimo era un brano in cui fiati, archi e piano erano in forte evidenza, con molte parti solistiche. Parti che saranno affidate ai solisti della Sinfonica. E poi anche la bellissima “L’isola che non c’è”. Le Musiche sono di Edoardo Bennato e di Gioachino Rossini. Questo l’elenco completo dei brani proposti: Campi flegrei, ouverture – Dotti medici e sapienti – In fila per tre: Detto tra noi – Un giorno credi – La calunnia; Troppo troppo – Tutti insieme lo denunciam – Una voce poco fa – Pronti a salpare – L’isola che non c’è – Non è amore – Non farti cadere le braccia- Le ragazze fanno grandi sogni – La fata – Il mio nome è Lucignolo – Non è bello ciò che è bello – Italiani – Capitan Uncino.
Edoardo Bennato. Il cortile di Bagnoli, alla periferia di Napoli è il classico cortile di periferia, in un’area, quella dei Campi Flegrei, dotata di immense ricchezze termali, archeologiche e paesaggistiche; tanto verde e persino un’isoletta, Nisida, congiunta alla terraferma attraverso un pontile artificiale. Ma anche con un’aria tossica, un cielo innaturale e il mare malato. La grande fabbrica, l’Italsider, ha inquinato l’ambiente rendendolo insano, desolato ed equivoco come quello di una metropoli disfatta dalle guerre industriali. Quel cortile fu il primo palcoscenico di Edoardo.
Seguì, dopo una decina di mesi, il terzo, Good bye Copenaghen, tutti incisi per la Numero Uno. Nel 1973 pubblicò il suo primo album Non farti cadere le braccia con la produzione di Sandro Colombini. Alla realizzazione dell’album parteciparono, fra gli altri, Roberto De Simone, il fratello Eugenio e Patrizio Trampetti che in quello stesso periodo stavano lavorando al progetto della Nuova Compagnia di Canto Popolare.
Nel 1974 Edoardo realizzò un altro album, I buoni e i cattivi, perfettamente in sintonia con il clima che si stava instaurando. Il nuovo disco ironizzava beffardamente sulla cultura manichea del perbenismo borghese.
Preceduto dal singolo Meno male che adesso non c’è Nerone, uscì nella tarda primavera del ’75, il terzo Lp intitolato Io che non sono l’Imperatore, un altro concept-album. Qui Edoardo sbeffeggia i potenti prendendo di mira perfino il Papa Paolo VI a cui dedica un brano Affacciati, affacciati registrato dal vivo alla Bocconi di Milano durante un concerto gratuito organizzato dal movimento studentesco.
Grande interesse suscitò la copertina del disco su cui era riportato il progetto di Edoardo sulla metropolitana napoletana messo a confronto con quello del Piano Regolatore predisposto dal Comune di Napoli.
Sulla copertina dell’omonimo album, pubblicato nel 1976, La Torre di Babele è raffigurata da un’impalcatura composta da un centinaio di soldatini, ognuno appartenente ad un periodo storico, dall’uomo primitivo armato di clava, fino all’astronauta
Il brano che costituisce la sintesi di tutto quanto maturato negli anni precedenti. La favola (di Pinocchio) diventa un mezzo assai efficace per parlare alla gente semplificando i discorsi, rendendoli didascalici, senza apparire saccenti come il grillo parlante. In questa chiave Mangiafuoco è il potere, che appena nasci ti lega ai suoi fili e ti governa a suo piacimento. Il gatto e la volpe sono i suoi consapevoli o inconsapevoli servi.
In una mattinata di metà marzo del 1980 un colossale TIR con targa belga si fermò davanti allo stabilimento milanese della Ricordi e tra lo stupore generale furono scaricati quintali di casse contenenti le duecentomila copie di Uffà, Uffà, il nuovo album di Edoardo Bennato.
Con Sono solo canzonette Bennato inaugurò una tourneè trionfale che, primo fra gli italiani, lo vide approdare allo stadio S.Siro di Milano per un memorabile concerto davanti a 70.000 persone e che successivamente lo portò di nuovo in Europa, con gli entusiasmanti concerti all’Hallenstadium di Zurigo e al Prater di Vienna.
Nel 1983 arriva l’accoppiata Lp + mix di È arrivato un bastimento, album questa volta ispirato alla favola del Pifferaio magico e prodotto da Garland Geffreys che missa l’album al Power Station di New York.
Un anno dopo viene pubblicato il primo live intitolato E’ goal come l’omonimo pezzo che diventa la sigla della popolare trasmissione televisiva “La domenica sportiva”.
L’anno successivo, siamo ormai nel 1985, porta la pubblicazione di Kaiwanna che segna una svolta nella carriera di Edoardo, che si spinge decisamente verso l’elettronica.
O.K. Italia è il titolo dell’album pubblicato nel 1987, un disco che racconta una realtà nazionale in apparente espansione economica, ma in forte crisi di valori. L’amore per il rock’n’roll impregna l’album pubblicato nel 1989 Abbi dubbi, in cui W la mamma è il brano più noto, essendo rimasto in classifica per quattordici settimane. Il ’90 è quello dei mondiali di calcio ed Edoardo, da sempre calciatore praticante, vive l’evento da protagonista incidendo con Gianna Nannini la sigla del campionato Un’estate italiana, il cui 45 giri rimane in testa alle classifiche per quattro mesi oltre a fare il giro del mondo.
Ne Il paese dei balocchi spiccano brani come Se non ci fosse lei e Tutto sbagliato baby e presenze musicali di peso come quella di Bo Diddley, un altro grande bluesman americano che ha suonato con Edoardo, così come avevano fatto B.B. King e Jeff Healey.
Nel 1993 viene pubblicato il video-album antologico Persone Pulite, dal titolo ironico che ben si ricollega all’attualità della tangentopoli italiana.
L’anno dopo arriva Se son rose fioriranno una grande produzione discografica che vede la collaborazione di Guido Elmi, in qualità di produttore artistico, e di due grandi musicisti come Kenny Aronoff e Steve Farris. Nel 1995 esce Le ragazze fanno grandi sogni. L’album più sofferto di Edoardo, sicuramente uno dei più belli.
Dopo due anni di intensa attività dal vivo con il quartetto d’archi Solis String Quartet, nasce, nel 1996, Quartetto d’Archi: una raccolta di sedici brani registrati e riarrangiati che evidenziano la particolare adattabilità del repertorio dell’artista in chiave classica.
Si chiama Sbandato, il nuovo CD di Edoardo Bennato. Dopo una lunga fase di preproduzione tra Napoli e Dublino è stato definitivamente elaborato e registrato tra dicembre 97 e Aprile 98 negli studi Megaride di via S. Lucia (nel cuore di Napoli).
Nel 2003, a distanza di quasi cinque anni dall’ultimo album in studio, Edoardo Bennato ha pubblicato un nuovo lavoro di canzoni inedite intitolato “L’Uomo Occidentale”.
Nell’ottobre 2005 viene pubblicato l’album “La Fantastica Storia del Pifferaio Magico”.
Dal 2007 al 2009 Edoardo è impegnatissimo nella produzione del nuovo disco, il primo prodotto insieme a un produttore del calibro di Fabrizio Barbacci. Il disco, in uscita il 5 marzo 2010, si intitola Le vie del rock sono infinite e vede Edoardo ritornare su sonorità tipiche al suo stile, spontaneo rock e cantautorale. Il disco inoltre è il primo dato alle stampe per Universal Music.
Nel 2010 pubblica il live “MTV Classic Storytellers” (CD+DVD), registrazione del concerto tenuto presso le Officine Meccaniche di Milano, con la partecipazione di ospiti come i Finley, Roy Paci, Giuliano Palma & The Bluebeaters e Morgan. Nel 2011 esce il singolo La mia città, dedicato alla sua Napoli, un progetto indipendente nato dall’incontro del cantautore partenopeo con Lorenzo Suraci, presidente di RTL 102.5.
Nello stesso anno presenta con grande successo la canzone “Italiani” durante il Concerto del I maggio di piazza San Giovanni a Roma. L’esibizione dell’artista iniziata con L’Isola che non c’è, è proseguita appunto con il suo inedito sul 150º dell’Unità d’Italia e si è chiusa con Rinnegato.
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