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Edilizia: ”E’ come se fossero state chiuse 20 stabilimenti Fiat”

di redazione

Palermo, 22 Mar. – In Sicilia “negli ultimi tre anni il settore edile ha perso 40mila posti di lavoro, come se sull’isola avessero chiuso 20 stabilimenti Fiat di Termini Imerese. Una vera e propria Caporetto: gli edili rappresentavano il 25% del Pil, adesso siamo ai minimi storici”.

A lanciare l’allarme è Santino Barbera, segretario generale della Filca Cisl Sicilia, in occasione del XI congresso del sindacato di categoria in corso a Palermo.

Barbera, in un nota, reitera “la richiesta di un incontro al presidente della Regione Rosario Crocetta. Chiediamo che venga istituito un tavolo tecnico” poiché “la politica non può continuare a occuparsi di altro: è ora che tutte le istituzioni, a ogni livello, inseriscano nella loro agenda di governo il tema dell’edilizia nella nostra regione”.

Secondo i dati delle casse edili riferiti da Filca, i lavoratori occupati nell’edilizia siciliana sono passati da 108.000 del 2008 a 57.000 del 2012: in quattro anni sono stati, cioé, persi 51.000 posti di lavoro, circa 20 Fiat di Termini Imerese, le imprese iscritte sono passate da 17.512 a 11.044.

Sono 6.468 le imprese che hanno chiuso le attività o sono fallite, il monte salari dichiarato è passato da poco più di 564 milioni di euro a poco meno di 350 milioni, le gare d’appalto bandite sono diminuite a livello economico e nel numero, nello stesso periodo, del 40%.

Come prima misura, il sindacato propone di “ripartire dalle piccole opere bloccate dalla burocrazia”.
Altro punto importante è “quello relativo alle gare per la costruzione dei depuratori comunali per le acque reflue”: se i 95 Comuni siciliani coinvolti non bandiranno le gare entro giugno prossimo, rischiano di andare in fumo 1,2 miliardi di euro di fondi già approvati. Per la Filca Cisl Sicilia è necessario anche “allentare il patto di stabilità che blocca le amministrazioni” e “velocizzare la soluzione dei contenziosi che hanno tempi troppo lunghi per un settore come l’edilizia”.

La regione dovrebbe, infine, dotarsi di un piano infrastrutturale, un programma decennale “per non continuare ad avere opere incompiute”, afferma il segretario del sindacato dell’edilizia siciliano, Barbera.

Redazione

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