Economia siciliana. L’economia siciliana è ripartita, il Pil sale più del previsto e il numero degli occupati cresce. Il rapporto “La Sicilia, il Mezzogiorno i ritardi e le opportunità di investimento” presentato ieri dall’Osservatorio economico e sociale sulla Sicilia, costituito da Irfis e Svimez, evidenzia (Tabella 3 del Rapporto) come il numero totale degli occupati in Sicilia, nel 2019, sia cresciuto dello 0,3 per cento rispetto all’anno precedente. Un dato in assoluta controtendenza rispetto a quanto è accaduto nello stesso periodo nel resto del Mezzogiorno, dove si è invece riscontrata una diminuzione degli occupati dello 0,3 per cento. Il dato siciliano si dimostra in linea con quanto avvenuto in Italia, dove l’aumento dell’occupazione si è attestato allo 0,3 per cento.
«Il risultato complessivo dell’anno 2018 in Sicilia – spiega il Rapporto – riflette un andamento decisamente positivo nell’industria. Nella regione aumentano del 5,8 per cento gli occupati dell’industria (+0,1 per cento nel 2017), del 5,9 per cento gli occupati agricoli mentre flettono del 2,2 per cento quelli dei servizi».
Buone notizie anche per quanto riguarda gli occupati a tempo pieno, che aumentano per il quarto anno consecutivo (+0,7 per cento) mentre si riduce il lavoro part time (-4,6 per cento) dopo la crescita registrata nel 2017 quando i lavoratori a tempo parziale crebbero dell’1,9 per cento. Le cose vanno meglio del previsto anche per quanto riguarda il Pil siciliano per l’anno 2018. Infatti le stime contenute nella Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza della Regione Siciliana 2020/2022, prevedono una crescita del prodotto interno lordo dello 0,3 per cento, mentre il Rapporto Irfis-Svimez valuta l’incremento di Pil dell’isola in uno 0,5 per cento.
Lo scorso anno, spiega ancora lo studio presentato oggi, «le esportazioni della Sicilia sono cresciute del +15,3 per cento: un dato molto positivo – uno dei valori più elevati tra tutte le regioni italiane. Questo biennio di forte crescita – prosegue il Rapporto – ha consentito alla regione di recuperare pienamente il calo delle esportazioni subito nei due anni precedenti (-27 per cento, complessivamente, tra il 2014 e il 2016)». E’ decisamente migliorata anche la propensione all’export, che è risalita al 12,1 per cento. Tale ultimo dato diventa ancor più significativo se si considera che, sempre nel 2018, la propensione all’export dell’intera area meridionale è stata pari al 12,6 per cento.
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